Tash Aw (Taiwan) – INCROCI DI CIVILTÀ 2018

Tash Aw, scrittore taiwanese-malese, approda a Venezia in occasione dell’undicesima edizione di Incroci di Civiltà portando con sé frammenti di Oriente. In particolare, quello che trapela dalle parole di Tash Aw è un Oriente travagliato da secoli di colonialismo europeo, un Oriente che lui stesso fatica a ricordare e che prova a ricercare negli scarni racconti del padre.

L’influenza della vicenda biografica dell’autore non è infatti trascurabile al fine di comprendere la complessa psicologia dei personaggi e i temi ricorrenti della sua produzione artistica. Tash Aw è “l’incrocio di civiltà” per eccellenza: nato a Taipei, sull’isola di Taiwan, da genitori malesi e cresciuto a Kuala Lumpur, si è poi trasferito in Inghilterra per studio, laureandosi in legge alla University of Cambridge and Warwick. Dopo un breve periodo di lavoro come avvocato a Londra, si è dedicato allo studio di scrittura creativa alla University of East Anglia, spinto soprattutto dalla sua passione per la lettura, in particolare di Faulkner, Steinbeck e Vonnegut.

Come ci racconta in Stranieri su un molo, ultima pubblicazione non-fiction dell’autore, le sue radici affondano nella lontana Cina. I nonni, infatti, all’inizio degli anni Venti, sfidarono il Mar Cinese Meridionale giungendo in Malesia, in fuga dalla guerra civile che stava dilaniando il Paese dopo il crollo dell’ultima dinastia imperiale nel 1911. In questo racconto, l’autore restituisce uno spaccato della condizione dell’Asia di epoca coloniale dalla prospettiva dei genitori, e di epoca contemporanea attraverso la sua esperienza. Il punto di partenza è quindi la vita della sua famiglia, che passa da una Cina sconvolta dallo sgretolarsi di una tradizione imperiale di due millenni, ad una Malesia indipendente da poco più di vent’anni e culturalmente “confusa”, per spingersi fino all’Europa vissuta da Aw stesso, discendente di immigrati che, solo dopo generazioni, riescono a “eliminare il concetto di privazione dalla vita dei propri figli” e investire nella sua educazione. Oltre ai temi della migrazione e delle sfide di adattamento, affrontati anche nel romanzo Five Star Billionaire, dove la speranza che i migranti malesi ripongono nel “sogno cinese è infranta da una Shanghai idealizzata nel pensiero comune, Tash Aw indaga approfonditamente il tema dell’identità, tanto nei romanzi quanto nella vita. Come affermato dall’autore stesso, infatti, le storie complesse e talvolta travagliate dei suoi personaggi “riflettono la vita reale”: Phoebe, tra i tanti, è la giovane protagonista di Five Star Billionaire che lascia la Malesia per tentare la fortuna in Cina, ferita però dal brusco sradicamento culturale. Allo stesso modo, in Map of the Invisible World, due fratelli orfani vivono la Malesia e l’Indonesia degli anni Sessanta, dove le difficili condizioni dettate dalla forte instabilità politica si intrecciano alla vicenda di abbandono dei protagonisti e alla loro ricerca di identità.

L’Oriente post-coloniale è infatti denominatore comune della produzione di Tash Aw, che tuttavia non si risolve in “classici” romanzi post-coloniali, come precisato anche dall’autore stesso: i personaggi sono “complessi e resistono gli stereotipi”, le loro storie si intrecciano alle vicende storiche dei Paesi in cui sono ambientate, ma abbracciando comunque temi di portata universale.

Tash Aw è oggi uno degli autori di maggiore rilievo del panorama letterario del sud-est asiatico. Il suo romanzo d’esordio, The Harmony Silk Factory, pubblicato nel 2005, gli è valso ben due premi: il Whitbread First Novel Award e Commonwealth Writers Prize (Miglior libro per la regione del Pacifico meridionale e sud-est asiatico). Aw è inoltre stato nominato vincitore del premio O. Henry nel 2013 per Sail, il breve racconto della vita di un aspirante scrittore di politica, deluso in ambizione e in amore.

Gli scenari variegati che fanno da sfondo alla prosa di Tash Aw e la vicenda biografica dell’autore stesso riflettono l’importanza del viaggio. “Bisogna avere il coraggio di partire per poi tornare ad una relazione rinnovata con ciò che chiamiamo casa” ha spiegato Aw in occasione di un intervento sul tema dell’identità. Lui stesso è infatti venuto in contatto con diversi popoli e diverse culture. A Venezia chi più di Marco Polo rimanda al tema del viaggio, della scoperta e del racconto della diversità? Proprio per questo si consiglia la lettura dei romanzi di Tash Aw nei pressi di Corte Seconda del Milion, poco distante dal Ponte di Rialto. Nonostante l’assetto moderno sia molto diverso da quello medievale che visse Marco Polo, in particolare per via della ristrutturazione del Teatro Malibran adiacente alla corte dal XIX secolo, le case che circondano lo spiazzo sorgono sulle fondamenta di quelle che furono le abitazioni dei Polo.

Di Linda Pietrasanta

Tash Aw sarà ospite a Incroci di Civiltà insieme a Eraldo Affinati venerdì 6 aprile alle 21:00 (T Fondaco dei Tedeschi). Gli autori converseranno con Pietro Del Soldà di Radio 3 Rai.  Per maggiori informazioni sull’evento, potete visitare la pagina web di Incroci.

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