PINGUINI TATTICI NUCLEARI – Recensione del concerto a Padova

Il panorama della musica indie italiana sta diventando sempre più simile ad uno zoo: al suo interno si possono trovare gazzelle, diverse razze di cani ed orsi. Cercando bene, però, è possibile imbattersi in una specie molto rara di uccelli: i Pinguini Tattici Nucleari. Questi animali sono caratterizzati da un forte senso dell’umorismo, ma pur vivendo tra i ghiacci non sono abili sciatori.

I Pinguini Tattici Nucleari sono una band bergamasca; il loro nome deriva da una birra artigianale scozzese dalla gradazione alcolica molto elevata, la Nuclear Tactical Penguin. La band è composta da Riccardo Zanotti, cantante e compositore, Simone Pagani al basso, Lorenzo Pasini e Nicola Buttafuoco alle chitarre, Elio Biffi alle tastiere e Matteo Locati alla batteria. Ai membri si aggiunge il tecnico del suono, nonché “settimo pinguino”, Marco Ravelli. Come affermano in un’intervista, il tema principale delle canzoni dei PTN è il fallimento: “La musica dei Pinguini Tattici Nucleari è come il ragazzino delle medie sfottuto da tutti che un giorno decide di affrontare i bulli e riprendersi la merenda. Ovviamente non ci riesce ed i bulli lo attaccano per le mutande all’appendiabiti”. Sebbene aderiscano alla scena della musica indie italiana, la musica dei Pinguini non è identificabile in un genere musicale preciso: essa infatti spazia attraverso una moltitudine di stili diversi, dal punk di “Sudowoodo” al reggae di “Me Want Marò Back”, dal death metal di “Giovanni Muciacccia orribilmente mutilato con forbici dalla punta arrotondata” alle ballate folk “Jack il Melo-drammatico”, “La ballata di Braccobaldo” e “Bagatelle”, passando per il progressive, il pop e il rock più classico. Questa loro grandissima versatilità, unita all’umorismo presente in tutti i testi, li rende paragonabili ad artisti del calibro di Frank Zappa e a gruppi italiani come gli Skiantos, Elio e le Storie Tese e Marta sui Tubi. Due parole vanno dette anche sui video musicali della band, molto originali e divertenti.

Il concerto inizia con l’esibizione del gruppo spalla, i “Cactus?”, un trio garage/lo-fi dalla musica molto semplice, ma con interessanti intrecci di chitarre e tastiere in loop e caratterizzati da un forte impatto visivo. Dopo una lunga attesa dovuta a problemi tecnici salgono sul palco i Pinguini, iniziando con Sudowoodo, brano dedicato al Pokémon roccia omonimo, erroneamente considerato Pokémon d’erba a causa del suo aspetto vegetale e interpretato dal testo come una metafora dell’adolescenza. Segue Sciare, canzone dalla sonorità più pop ma con un bellissimo assolo di chitarra, tratta dal loro ultimo album “Gioventù Brucata”, poi tocca a “Le Gentil”. Il brano, come ci spiega il chitarrista Paso, racconta le disavventure di un astronomo francese del 1700, Guillame Le Gentil, che intraprese un lungo viaggio in India per osservare il transito di Venere intorno al Sole (evento astronomico che si verifica per due volte di seguito ogni 100 anni). Il povero astronomo, dopo due tentativi di osservazione falliti, ritornò in patria undici anni dopo, ma scoprì che nel frattempo era stato dichiarato morto, aveva perso la cattedra di astronomia all’Accademia Reale, sua moglie si era risposata e tutti i suoi beni erano stati divisi tra gli eredi.

La band prosegue alternando canzoni dell’ultimo album (79, Tetris, Irene e Gioventù Brucata) a brani più vecchi, come Cancelleria, che racconta della rivoluzione delle matite contro l’oppressione delle malefiche penne biro con godibili riferimenti alla Seconda Guerra Mondiale, e Me Want Marò Back: nata con l’intento di scrivere la prima canzone reggae di estrema destra della storia della musica, il brano è una parodia dei luoghi comuni e dei tormentoni dilaganti sul web, tradotti in un inglese maccheronico (When he was here the trains were on time, bulldozer on campo rom eccetera). Non mancano le sorprese: i PTN eseguono infatti un coro da chiesa in versione rock, come bis suonano la canzone dell’Orso Bear (tratta dalla serie TV per bambini “Bear nella grande casa blu”), Riccardo Zanotti accenna per scherzo ad una cover di “Ninna nanna” di Ghali e a metà del concerto, senza preavviso, sale sul palco Lodo Guenzi, cantante dello Stato Sociale, che canta la sua canzone “Mi sono rotto il cazzo” accompagnato dai Pinguini.

Il concerto è stato fantastico: se le canzoni degli album dei Pinguini Tattici Nucleari hanno arrangiamenti molto curati, dal vivo la band è in grado di riproporle senza eccessive semplificazioni; inoltre, alcune vecchie canzoni (come Test Di Ingresso Di Medicina) quando sono eseguite live vengono rivisitate per renderle più interessanti e per adeguarle allo stile che la band ha assunto nel corso del tempo. Purtroppo l’acustica non era il massimo, ma questa piccola pecca è stata compensata da un pubblico decisamente entusiasta, molto punk, e dalla bravura dei musicisti. In particolare, senza nulla togliere agli altri componenti, sono rimasto molto impressionato dall’abilità del chitarrista Paso.

In generale consiglio a tutti i lettori di ascoltare questo gruppo, perché i più appassionati di musica potranno apprezzare le grandi doti musicali della band, mentre gli altri rimarranno comunque colpiti dall’immediatezza delle canzoni e dalla comicità dei testi. Per questo ho preparato per voi una playlist di 12 brani che ritengo possano essere un buon punto di partenza per iniziare a conoscere la band.

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Buon ascolto a tutti!

di Dario Caporuscio

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