“Mille modi di essere offeso”: Niccolò Fabi

Dillo pure che sei offeso
da chi distrugge un entusiasmo
da chi prende a calci un cane
da chi è sazio e ormai si è arreso
da tutta la stupidità
chi si offende tradisce il patto
con l’inutile omertà
rimane senza la protezione
del silenzio, dell’assenso
del “tanto dobbiamo sopravviverci
qui dentro”

Quando vivere diventa un peso
quando nei sondaggi il tuo parere
non è compreso
quando dire amore diventa sottinteso
quando la mattina davanti al sole
non sei più sorpreso

Offeso

Dillo pure che sei offeso
dalle donne che non ridono
dagli uomini che non piangono
dai bambini che non giocano
dai vecchi che non insegnano
se hai qualcosa da dire dillo adesso
non aspettare che ci sia un momento
più conveniente per parlare

Quando vivere diventa un peso
quando nei sondaggi il tuo parere
non è compreso
quando dire amore diventa sottinteso
quando davanti al sole la mattina
non sei più sorpreso
dillo pure che sei
offeso

Torno a scrivere per Linea20, e questa volta lo faccio dando spazio alle parole di Niccolò Fabi, cantautore romano appartenente alla generazione degli anni ’70, nato dalla “scuola” degli artisti romani, quella stessa scuola che ha poi visto l’apogeo di artisti quali Max Gazzè, Daniele Silvestri, Jovanotti, Alex Britti (tutti rigorosamente italiani, ovviamente). Con i primi due, “Nic” ha anche collaborato al bellissimo e ben riuscito progetto FSG, Fabi Silvestri Gazzè, una collaborazione artistica durata più di due anni (2013/2015) che ha visto i tre cantautori romani impegnati a solcare diversi palcoscenici d’Italia e d’Europa (Londra, Barcellona, Valencia, Bruxelles sono solo alcuni esempi). Gli artisti, attraverso queste tournée, hanno voluto condividere il palcoscenico in età adulta, una sorta di curioso esperimento musicale, un viaggio condiviso di tre vecchi amici che si ritrovano dopo tanto tempo a suonare insieme e a parlare di come è andata la vita di ognuno:

– Adesso che andiamo quasi tutti verso la cinquantina, perché non ci mettiamo a suonare assieme come ai vecchi tempi, come agli inizi, quando il pubblico, nei più nascosti localetti romani, non era formato che da quattro persone?-

-Gran bella idea, in questi anni di esperienza ognuno può portare al progetto ciò che ha appreso durante il suo percorso!-

-Sì! Daniele, Max…Quanto pesa il vostro “zaino”? Nel mio c’è anche una chitarra, si potrebbe partire da lì…-

Certo, magari non è andata proprio così, ma a me piace immaginare che ci sia stato un dialogo simile tra i tre, il cui progetto ha visto la nascita dell’album Il padrone della festa.

Torniamo, però, alla nostra Offeso. Questa canzone è uscita come singolo nel 2003, e nei primi concerti, durante l’esecuzione della stessa, Fabi è stato accompagnato spesso dall’elegante voce di Fiorella Mannoia, altra artista importante nello scenario della musica italiana. “Offeso”: oggigiorno abbiamo tutti una ragione per essere offesi. Non farò esempi, sarebbero banali e soggettivi; ognuno ha le proprie ragioni, le proprie ferite da curare, i propri fantasmi da combattere. Forse leggendo ed ascoltando la poesia di Fabi ognuno di noi può immaginare di aprirsi una finestra sul mondo e dire la sua, senza peli sulla lingua. È così che quando una singola canzone riesce ad essere e a contenere la voce di tutti, si trasforma in arte.

Come quando Niccolò nei suoi concerti chiede al pubblico “offeso” di alzare le mani chiudendosi in un gesto solidale, a chi ha oggi ha una ragione di essere “offeso” io consiglio vivamente l’ascolto di questo capolavoro.

“Non aspettare che ci sia un momento più conveniente per parlare!”

di Linda Balasso

 

 

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