Il Ducato di Candia e la “Venezia d’Oriente”

tempo di lettura: 4 minuti

27 giugno 1538, Creta

Il sole si fa sentire in questi primi giorni d’estate, anche dentro la carrozza con la quale ci stiamo avvicinando alle porte della Canea. Un gran frastuono cresce mano a mano che ci avviciniamo alla città: è il rumore dei cantieri delle nuove mura, che stanno venendo innalzate dall’architetto Michele Sammicheli dopo l’incursione dell’anno scorso del corsaro Barbarossa. Ecco, ora iniziamo finalmente a intravedere l’interno della città: parliamo del secondo insediamento più importante di Creta, dopo il suo capoluogo, Candia (la moderna Heraklion). È qui che si svolgerà la nostra visita odierna, in quello che è uno dei possedimenti più importanti dello stato veneziano.

Innanzitutto, da quanto tempo la Serenissima controlla Creta, la più grande delle isole greche? Si tratta di una delle tante eredità della IV crociata, la famigerata spedizione indetta nel 1198 da Innocenzo III contro gli Ayyubidi che controllavano Gerusalemme, ma dirottata da Enrico Dandolo contro l’Impero Bizantino e la sua capitale, Costantinopoli. Dopo aver conquistato quest’ultima nel 1204, i crociati e i Veneziani si spartirono l’Impero, assegnando, tra le altre cose, Creta a Bonifacio I del Monferrato, re del neonato Regno di Tessalonica; quest’ultimo donò l’isola ai Veneziani, che iniziarono così una lunga e faticosa colonizzazione, resa difficoltosa sia dall’ostilità dei greci, sia dalla presenza di genovesi insediatisi a Candia. Il controllo che venne stabilito sull’isola fu allora un controllo indiretto, garantito da un sistema di vincoli vassallatici che lasciava abbastanza autonomia alle nobiltà veneziane e greche che dominavano effettivamente Creta; nonostante ciò, però, varie ribellioni si susseguirono nel tempo, portando alla riorganizzazione dell’isola sotto il controllo diretto di Venezia dopo un’ultima grande rivolta, quella di San Tito del 1363-68.

Ora, Creta è divisa in quattro territoria: il territorio di Candia, capitale dell’Isola; il territorio della Canea, in cui ci troviamo ora; il territorio di Retimo, posto in mezzo tra i due; il territorio di Sitia, il più orientale dell’isola. Ognuno di essi è amministrato da un Rettore, che risponde al Duca di Candia, a sua volta scelto a Venezia. Sull’isola è ovviamente presente anche la Chiesa, con un arcivescovo e vari vescovi che occupano le antiche diocesi bizantine: il rapporto con la popolazione ortodossa locale è a volte di scontro, per la volontà della Chiesa latina di ostacolare i greci scismatici, ma fortunatamente spesso l’azione dell’autorità civile placa questo conflitto, difendendo i locali e cercando di favorire la convivenza tra i due gruppi religiosi (come del resto avveniva a Venezia stessa).

A proposito di religione, torniamo al nostro tour della Canea e venite con me: scendiamo dalla nostra carrozza e ci incamminiamo verso il convento di San Francesco, uno tra i vari conventi e monasteri latini presenti sull’isola: anche questi devono convivere con i monasteri ortodossi pre-esistenti, posti però in zone più isolate, spesso sulla parte centrale e montagnosa dell’isola.

Dopo aver visitato la chiesa, a due navate e sorretta da grandi pilastri di marmo, ne usciamo e ci dirigiamo verso il porto. Da qui possiamo vedere la fortezza veneziana che lo domina: Creta infatti non ha solo un grande ruolo commerciale, per l’economia veneziana e mediterranea, ma è pure una delle basi militari e navali più importanti del Dominio da mar della Serenissima. Per questo motivo, essa è tutta costellata di fortezze, a protezione soprattutto delle maggiori città, e di nuove ne verranno costruite in futuro, come quella dell’isola di Spinalonga (oggi una delle meglio conservate).

Come abbiamo detto prima, però, il ruolo dell’isola nel commercio mediterraneo è comunque molto importante: le sue esportazioni di formaggi e vino (famosi il moscato e la malvasia prodotti qui) raggiungevano tutta l’Europa e in particolare la vicina Costantinopoli. Inoltre da Creta partono anche navi cariche di legname e dirette verso l’Egitto, in uno scambio vietato dalla Chiesa (quel legname è poi usato per costruire navi al servizio degli Ottomani), ma molto proficuo per chi lo pratica. A Creta stessa la cantieristica navale è molto sviluppata, come testimoniano i vari arsenali presenti nelle città maggiori come Candia e La Canea.

Ora, finita questa breve storia dell’isola, non ci resta che continuare ad addentrarci in una delle sue più meravigliose città, La Canea, la “Venezia d’Oriente” per le sue calli ricolme di botteghe e bancarelle. Avete un secolo di tempo per godere di tutto ciò, prima che i turchi conquistino la città nel 1645, dando inizio al lungo assedio di Creta, che terminerà solo nel 1669, dopo ben 24 anni.

2 pensieri su “Il Ducato di Candia e la “Venezia d’Oriente”

  1. Uno dei lasciti di Venezia alla Grecia fu la varietà di uve vertzami; a Creta tuttavia non sono sicuro sia ancora coltivato, se non in maniera piuttosto marginale, ma in altre zone della Grecia come le isole ionie si beve ancora il vino della “venezia d’oriente” antica.

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