UN’IDEA DI DESTINO con Angela Terzani, Àlen Loreti E Furio Colombo

26 Novembre, Venezia
TEATRO LA FENICE, SALE APOLLINEE
 

Siamo alle sale Apollinee, uno dei luoghi che compongono nel suo insieme il gran Teatro la Fenice. In questo spazio e in questo momento si ricordano le parole di Terzani, e il libro presentato, inedito, e poi pubblicato nel 2014 da Longanesi, si riassume nel suo titolo: Un’idea di destino.

E’ il Terzani intimo, quello che, prima come giornalista della Storia con la “S” maiuscola, e poi cronista della sua, di storia, si ritrova in un continuo e appassionato procedere di domande, questioni su cui lui si interrogava, a fondo.

Le parole di Terzani, come quelle che Alan Loreti, negli intermezzi della presentazione, recita magistralmente, si sentono essere di qualità quasi profetica, proprie solamente di qualcuno come Terzani, dotato di una realtà interiore molto profonda. Si legge palpabilmente un interesse per il mondo e ciò che vi accade, che è da grande partecipatore e rivelatore, ancor più che da osservatore, delle vite degli altri.

Furio Colombo ci suggerisce due parole, che pur non essendo di Terzani, lo ricordano al meglio: destino e crescita. Ce le racconta dando una premessa fondamentale “… Per fortuna il ricordo di Tiziano appartiene a una memoria che non diventa memoria, ma resta realtà, come “una cassetta degli attrezzi” che lui ci ha lasciato, fino ad oggi, per capire il mondo”.

Destino, dunque. Per Terzani non era di certo il senso fatalistico del Tanto deve accadere…’, ma il destino è rivelazione, una rivelazione che va conquistata, strappata dall’ignoto, anticipata come unautoprofezia a sé stessi, un modo per dirsi “Vedi? E’ così che devi andare avanti!”

E, allo stesso modo, la crescita non è quella economica dei telegiornali, ma è un ingrandimento dell’esistente, una visione che arriva in seguito a una ricerca accanita di te davanti a te.

Sempre per quanto riguarda il ricordo, era propria di Terzani un’immagine, che fa capire bene a tutti il motivo portante del libro: “bisogna scrivere un diario, ricordarsi di tutto ciò che si è visto e si è fatto e si è detto, per non essere come degli “autostoppisti della vita”, perché non è la vita che ci porta via, ma ognuno di noi la deve portare con sé”.

Sullo schermo: Terzani; seduta in basso rivolta verso lo schermo: Angela, moglie di Terzani. Foto di Elena D’Argento.

Terzani ha descritto tutto, ha dato una voce a tutti quelli che non l’avevano: e, sia ben chiaro, sempre dicendo la sua ma, al contempo, restando all’ascolto di tutti. Ha così evitato che molti di coloro che ha conosciuto, e di cui ha raccontato le storie, non rimanessero, per l’appunto, autostoppisti della vita.

Sono tenere le parole di Angela, la moglie, che lo ricorda sempre testardo, di quella testardaggine tutta Fiorentina: “Lo spirito critico era nella natura di Tiziano, ma al contempo, insieme al suo perenne dubitare, c’era anche quel lato mistico, che non era di certo di Firenze; sapeva che nella natura c’era un mistero, su cui si interrogava, ma a cui non ha mai preteso di dare un nome. Non è mai stato, col suo farsi domande, una vittima del destino, o anche della sua malattia [il cancro, di cui muore nel 2004, NdR], e comunque di niente e di nessuno. L’uomo va via, come in natura le foglie cadono dagli alberi: amava moltissimo la vita, ma aveva capito tutto questo “.

E’ la volontà di raccontare anche la sua storia, la sua malattia, che lo porta a interrompere gli scritti del diario, raccolti in “Un’idea di destino”, per darsi anima e cuore alla scrittura del suo ultimo libro, “Un altro giro di giostra”. Il racconto della malattia, ci dice Colombo “…era una difficile narrazione, e parlava della sua patologia non esternandola, come fosse quella di un altro, ma con un atteggiamento misterioso, vivendola come un fatto della vita, come se avesse raccontato un grande amore, una grande cena, o uno sbarco in un nuovo Paese. Tiziano era un viaggiatore, e dunque viaggiava: anche questa malattia, appunto, era un viaggio, che lui sentiva di dirci, che doveva raccontarci”.

Tiziano Terzani. Diceva sempre la sua, ma un buon consiglio lo aveva davvero per ognuno di noi. E’ con questo breve consiglio che la presentazione si è conclusa, ed è così che vorrei concludere questo articolo: “COMINCIATE RIDENDO E FINITE RIDENDO!”

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