Incredibile Islanda #3: Grotte e cascate

tempo di lettura: 4 minuti Alle 11:30 abbiamo finito di lavorare; beviamo un bicchiere di latte freschissimo e ci prepariamo per uscire. Non penso che sarò più capace di bere latte da supermercato, dopo questa esperienza: il latte delle mucche della fattoria è saporitissimo, e ha un retrogusto che mi ricorda l’odore del fieno appena raccolto, fortissimo nella stalla. Per pranzo, Annika ci cucina carne … Continua a leggere Incredibile Islanda #3: Grotte e cascate

Incredibile Islanda #2: La fattoria

tempo di lettura: 4 minuti È una piccola fattoria, quella in cui vivrò per le prossime tre settimane: poco più di una trentina di mucche adulte e venti vitelli. Ci sono anche le pecore, ma durante l’estate sono a pascolare sulle montagne: a settembre bisognerà andare a recuperarle, prima che arrivi l’inverno. Il fattore si chiama Gulli e non parla una parola di inglese, ma … Continua a leggere Incredibile Islanda #2: La fattoria

Incredibile Islanda #1: On The (Ring) Road

Una corriera. Un bus. Un aereo. Un altro aereo. Quando il mio ultimo volo comincia l’atterraggio a Keflavik, avvicinandosi al suolo islandese, ho la sensazione di star prendendo parte allo sbarco sulla Luna. È un paesaggio alieno, non riesco a pensare a una parola migliore per definirlo; è brullo, ma non il brullo a cui sono abituata, è intrinsecamente estraneo. Una distesa marrone intervallata da … Continua a leggere Incredibile Islanda #1: On The (Ring) Road

La battaglia dell’islandese contro l’“estinzione digitale”

A differenza di molte altre lingue, quando necessita di una nuova parola, l’islandese raramente ne importa una. Al contrario, gli appassionati coniano un nuovo termine radicato nell’antico passato norreno della lingua: un neologismo che abbia l’aspetto, il suono e il comportamento dell’islandese. Per esempio, la parola islandese per computer è tölva, una combinazione di tala, che significa “numero”, e völva, “profetessa”. Un browser è vafri, … Continua a leggere La battaglia dell’islandese contro l’“estinzione digitale”