Ahimè tutti questi specchi che ci offre la letteratura sono deformanti come quelli del luna park, ci rendono inverosimilmente smilzi e obesi convincendoci a riconoscerci nella deformazione. Non dico solo nei libri, ma nell’universo non c’è nulla che davvero ci assomigli, noi stessi non ci assomigliamo, e ogni forma di identificazione non è, in fin dei conti, che il casuale sovrapporsi di ombre fuggitive.
Equilibrato e vero. Ecco i primi due aggettivi che mi vengono in mente per descrivere questo libro, un viaggio tra i ricordi dell’autore. Partendo dai rispettivi momenti in cui ha conosciuto Pia Pera e Rocco Carbone, Emmanuele Trevi ripercorre il legame che lo ha unito a loro fino alla loro morte e anche oltre. Pur toccando anche argomenti delicati – le loro morti, il breve distacco da Carbone, l’episodio maniacale di quest’ultimo – l’autore riesce a mantenersi in equilibrio senza mai oltrepassare quella linea che avrebbe dato un tocco melenso al libro, più adeguato forse a un’elegia che non a un’opera del genere. Questo è dovuto anche all’altro aspetto della narrazione che salta subito agli occhi: il vero degli episodi prescelti: gli autori non vengono messi su un piedistallo, le loro personalità non vengono edulcorate, ma anzi vengono mostrati a tutti tondo, difetti e fragilità inclusi. Compito mai semplice, ma ancor meno quando si parla di persone a sé vicine e venute a mancare in circostanze particolari (Rocco Carbone è morto in un incidente d’auto, Pia Pera a causa della SLA).
Questo viaggio permette non solo di cogliere uno spaccato della loro vita, ma porta anche a riflessioni più generali che possono riguardare chiunque di noi: quella che mi è rimasta più impressa riguarda il vero significato di rivoluzione e cambiamento. Vengono infatti descritti dall’autore come “[…] trasformazioni di ciò che abbiamo sempre saputo, di ciò che abbiamo sempre avuto sotto il naso”. Questa, come le altre riflessioni presenti, nel libro possono essere trasposte senza particolari difficoltà nelle vite di ognuno di loro, anche in quella di chi non è particolarmente avvezzo al mondo letterario cui Trevi fa spesso riferimento.
Altro aspetto positivo del libro è infatti che si riesce a leggere tranquillamente anche se non si conosce alla perfezione la vita degli autori descritti o i vari autori e personaggi citati. Lo stile usato permette infatti di sentirsi vicini alle vicende narrate al di là di un’eventuale conoscenza precedente delle stesse.
Perché potrebbe vincere: Potrebbe vincere perché ritratto di vita vera, così com’era, nella sua semplicità e nella comprensione di alcuni eventi, solo guardandoli a distanza di anni. Dipinto tramite uno stile che coinvolge e ti rende vicino alle vicende narrate al di là di quanto tu conosca bene i luoghi e le persone citati.
di Laura Chilla