Con mia sorella ho spartito un’eredità di parole non dette, gesti omessi, cure negate, e rare, improvvise attenzioni. Siamo state figlie di nessuna madre. Siamo ancora, come sempre, due scappate di casa.
Donatella Di Pietrantonio ci apre le porte al suo libro Borgo Sud con delle immagini cariche di drammaticità e forte pathos: “la pioggia si è rovesciata sulla festa senza il preavviso di un tuono, nessuno tra gli invitati aveva visto le nuvole addensarsi sopra le colline scure di boschi”. E’ proprio l’imprevedibilità degli avvenimenti che caratterizzerà l’intera narrazione del libro, dalla relazione della protagonista col marito Piero fino all’incidente della sorella Adriana e la malattia della madre.
L’Arminuta è ormai cresciuta, è diventata grande e non abita più a Pescara ma a Grenoble, dove insegna, ma l’imprevisto, una chiamata inaspettata, la riporterà in quei luoghi dove è nata e cresciuta, luoghi che reclamano il suo ritorno e che non possono essere dimenticati. Il viaggio che riporta la protagonista a Pescara, più precisamente a Borgo Sud, la zona marinara della città dove vive la sorella, è un viaggio guidato dall’affetto per Adriana che condivide con la protagonista il fardello della solitudine, la sventura di essere cresciute senza una guida, con una madre fredda, incapace di amare i propri figli e un padre che non riesce ad esprimere i propri sentimenti. E’ quindi nell’impossibilità di esprimere i propri sentimenti, nel sotterramento delle emozioni e nell’oblio delle parole che nascono e crescono la protagonista e la sorella. Il “non detto” caratterizza non solo la relazione tra le due sorelle ma anche quella che intercorre tra la protagonista e il marito Piero, che porta con sé il segreto della sua omosessualità per anni. L’impossibilità dell’Arminuta di conoscere colui che ama è condensata con struggente intensità in questo passo: “Piero era circondato da una sorta di campo magnetico che negli anni del nostro matrimonio ha respinto la mia rabbia, escluso certe domande, generato equivoci. Dentro la sua separatezza non l’ho mai del tutto raggiunto, mai nella sua verità. Avevo paura di spingermi oltre le apparenze, calme come l’acqua oltre le dune di Cerrano”.
All’interno del romanzo, l’impossibilità per l’io narrante di raggiungere la verità, l’essenza del marito è sempre presente e va a braccetto con un forte senso di solitudine “Le nostre solitudini affiancate ci scaldavano fino alle ossa”. Le verità dei personaggi rimangono celate, non sono mai del tutto scoperte ed è proprio questo che conferisce a ciascuno di loro la complessità che li caratterizza e che è testimonianza delle infinite sfaccettature dell’essere umano.
Donatella Di Pietrantonio riesce attraverso una narrazione semplice, fatta di immagini essenziali e limpide, a trasmetterci il forte amore della protagonista per il marito e per la sorella Adriana, condividendo con noi lettori momenti di forte tensione, tristezza e desolazione, trasmettendoci le emozioni provate dall’io narrante, con una tale energia che sembra ci appartengano.
Borgo Sud è un libro che si legge tutto d’un fiato, stimola il lettore a continuare nella lettura spinto da una insaziabile curiosità che si esalta attraverso i salti temporali che permettono di rimanere vigili e pronti, aperti e coinvolti verso i nuovi accadimenti.
E’ un romanzo che non ha limiti di accessibilità, chiunque può leggerlo: sa essere di tutti e per tutti, le emozioni e l’umanità che lo attraversano, dalla prima all’ultima pagina, ne fanno un’opera di eccezionale pregio.
Borgo Sud è una storia che racconta delle origini e dei ritorni, di abbandoni, di relazioni amorose che portano con sé dolore e solitudine, della famiglia e dei molteplici ruoli che in essa si definiscono: l’essere figlia, sorella, zia e anche madre. Non vi è dubbio che si tratti un libro che racconta la vita ed è intriso di vita.
Perché potrebbe vincere: perché parla di tutti noi, delle nostre mancanze e solitudini, del bisogno di ognuno di noi di essere amati da chi più amiamo, del desiderio che qualcuno si possa prendere cura di noi insieme a quei luoghi che ci portiamo nel cuore e che mai potremo dimenticare. Con garbo e naturalezza Donatella Di Pietrantonio ci porta in luoghi a noi sconosciuti, ce li presenta lasciandoci fino all’ultima pagina con il fiato sospeso avvolti dentro una inconsolabile sensazione di malinconia.