Igor Vishnevetsky (Russia) – INCROCI DI CIVILTÀ 2019

Tempo di lettura: 5 minuti

Venezia, la città sull’acqua, è stata sempre un posto speciale per gli autori russi. Questa città è stata ammirata da Brodskij, Cechov, Dostoevskij. Per questo motivo Igor Vishnevetsky, poeta, scrittore e storico di letteratura e di musica russo vi si reca dalla lontana Pennsylvania. Qui lo scrittore ha preso l’ispirazione per un suo racconto di fantasia, Isole della Laguna (2013). Adesso però Vishnevetsky ritorna per parlarci di un suo romanzo, Leningrad, il cui contenuto ha suscitato un acceso dibattito e per il quale è stato nominato per il premio letterario NOS (Novaja Slovesnost’ – Nuova letteratura). Il libro racconta dei primi otto mesi dell’assedio di Leningrado durante la seconda guerra mondiale e della formazione di un nuovo uomo sovietico.

Nato e cresciuto in Unione sovietica, nei primi anni della sua vita abita a Rostov, una grande città portuale (chissà se è questo il motivo per cui lo scrittore sente una vicinanza con Venezia), nel sud della Russia. Fin da bambino Igor si dimostra una persona creativa, artistica, ma non subito riesce a trovare la sua strada nella vita. In quell’epoca vuole diventare un compositore e dedica molto tempo alla musica. In particolare è appassionato del pianoforte. Dopo la scuola si trasferisce a Mosca, dove completa gli studi presso la Facoltà di Lettere dell’Università statale e comincia a partecipare attivamente alla vita culturale e scientifica della capitale. Lavora per i giornali letterari Ravnodenstviye, Nezamechennaya zemlya e Aequinox, ma i suoi studi, nella metà degli anni ’90, lo portano negli Stati Uniti, dove ottiene un dottorato presso la Brown University di Chicago. Qui Vishnevetsky comincia la sua carriera come professore di letteratura, lingue e storia della musica. Il Nostro contribuisce in grande misura alla pubblicazione del 295° volume del Dizionario delle biografie letterarie Russian Writers of the Silver Age, 1890—1925.

Il suo stile poetico evolve dalla sua prima raccolta di poesie Stikhotvoreniya (Poesie) (1992) dove lui cerca di imitare i poeti russi della fine sec. XVII – inizio sec. XX. Questo libro viene seguito da Troynoye zreniye (Visione tripla) (1997) dove le sue poesie diventano più metafisiche, la sintassi più complessa. Nella sua terza raccolta di poesie Vozdushnaya pochta (Posta aerea) (2001) Vishnevetsky è influenzato dalla mitologia della Russia, dell’Africa del Nord e dell’America. Il protagonista di queste poesie si trova in difficoltà nel mondo postindustriale, gli mancano le radici. Questa tendenza si rafforza nelle sue seguenti raccolte di poesie Na zapad solntsa (A ovest del sole) (2006) e Pervosnezh’ye (Prima neve) (2007).

Vishnevetsky ottiene il suo primo grande successo con il racconto lungo Leningrad (2010) che parla dell’assedio di Leningrado durante la seconda guerra mondiale. Lo stile dell’autore può essere definito come una narrazione filosofica psicologica, simile a quella che possiamo trovare nei romanzi di Dostoevskij. I personaggi del racconto sono rimasugli della vecchia aristocrazia russa nel momento della trasformazione definitiva del loro mondo nel regno del nuovo uomo sovietico. Queste circostanze tragiche vengono viste da alcuni come un sacrificio da espiare, da altri, condanna.

“Lo scritto di Vishnevetsky non parla della nascita “dell’ideologia di uno che solo simpatizza” e non parla neanche “della resa e  della rovina dell’intellighenzia sovietica”; no, un personaggio di questo libro diventa alla fine non un simpatizzante, ma un vero e proprio uomo sovietico. San Pietroburgo si trasforma in Leningrado.
Il secondo tema storico filosofico di Leningrado è la nascita del totalitarismo dallo spirito del tardo romanticismo.”
-Kirill Kobrin, uno scrittore, storico e giornalista di Radio Svoboda (Libertà)

L’autore dedica il libro al padre, che raccontava spesso al figlio delle esperienze terribili vissute durante la guerra. Nell’epigrafe di Leningrad, Vishnevetsky sostiene che il libro “è pieno di citazioni che sono reali o un po’ modificate” e l’unica cosa che ha deciso di fare è stato “metterle in un certo ordine”.

L’ultimo lavoro di Vishnevetsky è Affinità non selettiva (2017), un romanzo ispirato alla narrativa romantica russa del XIX secolo. L’autore lo definisce come un “romanzo del 1835”. La storia racconta del principe Esper Lysogorsky che parte per l’Italia a cercare lo zio Adrian, che credevano morto durante la guerra russo-turca del 1828-1829. A Roma il protagonista non trova suo zio, ma incontra molte persone misteriose che lo aiutano a svelare il codice scritto da Adrian. Alla fine Esper riesce a raggiungere il suo obbiettivo, anche se deve superare molti ostacoli e affrontare situazioni difficili. Il libro è una stilizzazione unica ed eccellente dal punto di vista dell’uso del lessico e del contenuto stesso. Vishnevetsky è riuscito a far immergere il lettore nell’epoca descritta senza allontanarlo dal presente, ma aiutandolo a capire meglio la situazione attuale.

Visnevetsky non è solo uno scrittore riconosciuto, premiato per i suoi libri ma è anche un regista. Forse è stato il suo desiderio di unire performance alla poesia che l’ha portato più tardi a lavorare nel cinema. Il suo lavoro più famoso è la rappresentazione cinematografica del racconto lungo Leningrad (2014). Il film è stato premiato in due film festival in Russia. Anche il figlio ha seguito la strada del padre. Ignatiy Vishnevetsky è un critico cinematografico che scrive articoli per Chicago Reader e per alcuni altri periodici statunitensi e dal 2011 conduce un programma televisivo Ebert Presents: At the Movies.

Pur essendo lontano dalla sua patria, Igor Vishnevetsky non smette di scrivere in russo e della Russia. Forse vivere all’estero e viaggiare per il mondo lo aiuta a vedere il paese da un’altra prospettiva. Speriamo che anche questa volta, essendo qui a Venezia, lo scrittore riesca a trovare l’ispirazione per un suo nuovo capolavoro. Intanto vi invitiamo a leggere il suo racconto lungo Leningrad che in occasione del Festival è stato tradotto dagli studenti di Ca’ Foscari con la supervisione di Daniela Rizzi e Luisa Ruvoletto e pubblicato in Collana Incroci di civiltà n.3. Cafoscarina 2019.

di Elena Rudnitskaia

Igor Vishnevetsky è stato ospite del festival letterario Incroci di Civiltà 2019, conversando con la professoressa Daniela Rizzi.

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