Francesco Targhetta (Italia) – INCROCI DI CIVILTÀ 2019

Tempo di lettura: 3 minuti

Francesco Targhetta è un giovane autore veneto (Treviso, classe 1980), che ha esordito nel panorama letterario italiano nel 2009 con la pubblicazione di un volume di poesie, Fiaschi.

Dopo aver frequentato il liceo classico, ha proseguito gli studi conseguendo il dottorato in italianistica all’università di Padova. Oltre ad essere scrittore, insegna materie letterarie in un liceo; è anche autore di alcuni contributi per la rivista Minima&Moralia.

All’attivo ha tre pubblicazioni: la raccolta di poesie Fiaschi, un romanzo in versi, Perciò veniamo bene nelle fotografie (2012), e un romanzo, Le vite potenziali (2018), che gli è valso la candidatura al prestigioso premio Campiello. Grazie a quest’ultimo ha vinto anche il Premio Letterario Giuseppe Berto: la giuria ha premiato la capacità del romanzo di dare voce ad una «contemporaneità problematica».

Sebbene agli inizi della carriera letteraria, è già noto alla critica: A. Cortellessa ha definito il suo come «l’esordio più sorprendente degli ultimi anni»; C. Taglietti, su La Lettura, lo descrive come «uno degli scrittori italiani più incisivi nel raccontare il nostro presente»; ne ha inoltre sponsorizzato la partecipazione al Premio Campiello Francesco Bianconi, noto frontman del gruppo Baustelle. Targhetta ha inoltre partecipato a manifestazioni culturali di rilievo come il festival Pordenonelegge.

La qualità specifica della sua scrittura è la volontà di dare voce ad un presente sempre più sfuggente e di catturarlo nella scrittura. Un simile intento appare già in Fiaschi: in forma di brevi componimenti l’autore restituisce per frammenti immagini di vita quotidiana tra difficoltà, delusioni, piccoli gesti.

Il romanzo in versi, Perciò veniamo bene nelle fotografie, ha destato interesse negli ambienti letterari per la sua capacità di dare voce ad una “generazione perduta” di giovani plurilaureati ma precari, impegnati  a superare le difficoltà e a fare i conti con i compromessi di una società dove sembra non esserci posto per loro.

La migliore prova di Targhetta è però certamente Le vie potenziali, come testimoniano l’ampio interesse che ha suscitato ed i riconoscimenti ottenuti. La trama segue le vicende di Alberto, fondatore di un’azienda di servizi informatici con sede a Porto Marghera, e di due suoi dipendenti, Giorgio, responsabile delle pubbliche relazioni, e Luciano, programmatore ed amico degli anni del liceo. Lo sfondo è una citta che l’autore bolla come «brutalista», come «una mostruosità» architettonica; ma più che la zona industriale di Marghera, dominano nel romanzo le atmosfere di quieta desolazione di un Nord-Est di piccole imprese dal ricco fatturato ma anche di campi coperti da banchi di nebbia e capannoni abbandonati a bordo autostrada. La vicenda in fin dei conti è una storia qualunque, una storia del Nord-Est appunto: i personaggi sono in bilico tra l’apparenza di rassicuranti e solide certezze, e la voragine dell’indeterminatezza che vi si nasconde sempre dietro, il vuoto, insomma, lasciato dalle vite potenziali che hanno sfiorato di sfuggita e già perso. Targhetta, che è cresciuto e tutt’oggi vive a Treviso, è abile nel catturare quella malinconia silenziosa ma mai sopita che è un tratto irrinunciabile dell’educazione sentimentale di chi cresce in Veneto: i suoi protagonisti (poco conta la facilità del loro spostarsi in tutta Europa, da Milano a Helsinki) ne traboccano, e su tutti Luciano, «una di quelle persone a cui neanche una volta nella vita capita di essere amate», a cui la vita scorre accanto senza che lui vi prenda parte attiva, ne è il campione. Ma l’inquietudine non abbandona nemmeno chi sceglie l’azione, come Giorgio, che per non doversi fermare, non solo professionalmente ma nella scelta di un’identità propria e definita, sceglie di tradire i colleghi: il tradimento, tanto, non conta nemmeno più, in un mondo sdoppiato tra reale e virtuale in cui non esistono ormai riferimenti tangibili.

I lavori di Francesco Targhetta sono figli di una melancholia di cui ci si può fare un’idea investendo qualche ora in una corsa in macchina tra le strade provinciali che attraversano la campagna veneta: per il pacchetto completo, occorrerebbe però essere giovani laureati disoccupati o lavoratori alla soglia della mezza età intrappolati nel dubbio di aver costruito qualcosa della propria vita. Per quanto riguarda nello specifico Le vite potenziali, basterà, dopo essere scesi alla fermata del treno di Porto Marghera, seguire le indicazioni del testo (che riporta i nomi reali dei luoghi, delle vie, perfino dei locali dove si svolgono le scene) per immergersi nelle sue atmosfere.

di Francesca Ballin

Francesco Targhetta sarà ospite a Incroci di Civiltà venerdì 5 Aprile alle 15:00 (Auditorium Santa Margherita)Gli autori converseranno con Severino Antonelli (Marsilio). Per maggiori informazioni sull’evento, potete visitare la pagina web di Incroci.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.