Canavieiras (BA), Brasile 2017
Appena arrivate in Brasile siamo state travolte da un’atmosfera di gioia e allegria, dalla musica che risuonava alta in ogni angolo delle strade, dai colori accesi dei paesaggi e dall’accoglienza e dalla vivacità delle persone… è proprio vero che Bahia è terra da alegria.
Per tre settimane siamo state volontarie presso il Giardino degli angeli, una scuola materna di Canavieiras (Bahia) gestita da Regina e Alessandro. Questa struttura da tredici anni dona speranza ai bambini più bisognosi, trasmettendo loro importanti valori quali l’amore, l’amicizia, il rispetto, l’importanza dello studio ed infondendo loro la consapevolezza di poter aspirare ad un futuro migliore.
Il nostro ingresso all’asilo è stato accompagnato dalle voci dei bambini che in coro urlavano “bem-vindas tias!”. È stato così che già dal primo giorno ci siamo sentite parte di una grande famiglia, quella del Giardino degli angeli, una famiglia fondata non su legami di sangue, ma sull’amore e l’affetto reciproco, e proprio per questo chiamata “famiglia del cuore”.
Le nostre giornate iniziavano con le travolgenti grida, i baci e gli abbracci dei bambini della creche (dai 3 ai 6 anni), che accompagnavamo nelle attività quotidiane: disegnare, colorare, scrivere e contare; giocare in giardino; fare il bagnetto e il riposino pomeridiano. La parte sicuramente più divertente per loro era quella del gioco: tutti facevano la fila per essere presi in braccio, per fare cavalluccio e per giocare a rincorrersi. Bisogna sottolineare che i bambini dell’asilo si accontentavano di giocare con qualsiasi cosa: tappi di bottiglia, pezzi di palloncini scoppiati, corde per saltare. Siamo giunte alla conclusione che, diversamente da quanto accade nella nostra società attuale, questi bambini chiedono amore e affetto, non beni materiali. Invece, nei paesi economicamente più sviluppati, i ragazzi tendono a dare un’importanza eccessiva agli oggetti materiali, dimenticando spesso la rilevanza dei valori morali.
La giornata proseguiva poi nel rinforzo scolastico, tra gli abbracci e i baci dei bambini più grandi (dai 7 agli 11 anni). Qui aiutavamo i bambini con i compiti di matematica, inglese e portoghese (in quest’ultima materia erano in realtà loro ad aiutare noi), e abbiamo partecipato a numerose attività sportive proposte dalla scuola come capoeira e judo.
Giorno dopo giorno abbiamo imparato a capire meglio le esigenze dei bambini e a conoscere le storie di ognuno di loro: piano piano abbiamo capito che dietro i volti sorridenti e bisognosi d’amore di questi bambini si celano purtroppo dure e tristi realtà di vita, che abbiamo potuto costatare direttamente quando facevamo visita alle famiglie con Regina. Durante questi momenti abbiamo capito che l’asilo segna il confine tra la parte più ricca della città e le favelas, un ambiente caratterizzato da drammatici problemi sociali, economici ed igienici. Abbiamo conosciuto famiglie allargate, ragazze, nostre coetanee, già madri di più figli, sorelle che devono prendersi cura di molti fratelli, madri e figli abbandonati dai padri, padri morti a causa della droga, una grande piaga di questo paese.
Abbiamo vissuto il Brasile a 360 gradi: grazie ad Alessandro e Regina durante i fine settimana non sono mancate gite in barca alla scoperta delle foreste di mangrovie, giornate al mare, momenti di svago alle feste di paese e di condivisione e scambio delle proprie tradizioni culinarie e culturali. Conoscere un paese dall’interno, vivendo la quotidianità del suo popolo, arricchisce sicuramente in maniera profonda.
Grazie a questa esperienza abbiamo acquisito una maggiore consapevolezza delle grandi difficoltà e della povertà in cui vive la maggior parte della popolazione mondiale. Soltanto conoscendo realtà distanti ci siamo rese conto della grande fortuna che abbiamo ad essere nate in una come la nostra. Di certo il Brasile è un paese che ha tanta strada da percorrere in termini di emancipazione femminile, qualità dell’educazione e condizioni di vita, ma non per quanto riguarda l’ospitalità e l’accoglienza dei suoi cittadini. Il nostro obiettivo ora è quello di riuscire a mantenere viva in noi la vivacità di questo paese e magari riuscire a donarla agli altri.
Ringraziamo Alessandro e Regina per averci accolte a braccia aperte nella loro grande famiglia, i giovani apprendisti del Giardino degli angeli: Nheryton, Indgridy, Fabricia e Carlos per tutto il tempo trascorso insieme alla scoperta della cultura, delle tradizioni e dei costumi brasiliani e tutti i bambini della creche per tutto l’amore donato.
Sarà impossibile dimenticare gli occhi curiosi e i sorrisi splendenti di questi bambini che non hanno nulla ma che riescono meravigliosamente a donare tanto.
di Elisa Gazzo e Luisa Boniotti





