Have a cup of tea and get on with it

Sarà perché il portamento britannico non si scompone mai; sarà perché gli attentati, sia quelli a matrice fondamentalista islamica sia prima quelli organizzati dall’IRA, hanno sempre tenuto occupato Scotland Yard; sarà perché l’integrazione qui è forse più riuscita che in Francia; sarà perché ci sono poliziotti ad ogni angolo della strada; sarà perché la Brexit è un terreno di attrito più forte; sarà per tutti questi motivi messi insieme o per nessuno di questi, fatto sta che qui la paura non si sente.

A Londra, contrariamente al solito, piove sole a più non posso e nevica petali di fiori. Le allegre famigliole vanno al parco, festeggiano la festa della mamma e l’arrivo di una primavera troppo calda per non essere dono del riscaldamento globale. Certo, si commemorano le vittime con cortei e fiaccolate, certo Sadiq Khan, il sindaco di Londra di origini pakistane, si reca a ringraziare i poliziotti, medici e vigili del fuoco che si sono distinti nei soccorsi; certo, le indagini continuano serrate; certo, le misure di sicurezza sono state aumentate – ma la calma non è venuta meno. La vita continua normalmente, a lezione i docenti non hanno neppure accennato agli attentati, tutti continuano a lavorare e a studiare come sempre.

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L’immagine – che è circolata su internet – è stata dichiarata un fake

 

Sembrava che in una fermata della metro fosse comparsa una scritta- simile a quella del titolo di questo articolo: “Fatti un tè e tira avanti”, la tradurrei io (molto liberamente). E si è anche proposto di non parlare affatto dell’attentato nei telegiornali, per non diventare i mezzi stessi della propaganda dell’Isis. I più si sono opposti per rispetto delle vittime (cui va il nostro pensiero, al pari però del pensiero alle vittime della guerra in Siria o in altre zone “calde” del mondo), perché la loro morte non cada nel vuoto del silenzio. Il messaggio fondamentale sembra essere un incoraggiamento a non lasciarsi spaventare e a non lasciarsi dividere. Un impiegato che ha assistito all’attentato dalla finestra del suo ufficio ha messo su una raccolta fondi per i familiari delle vittime. E il nome dell’iniziativa è Muslims for London, perché l’impiegato in questione, Muddassar Ahmed, è, per l’appunto, musulmano. Intervistato alla BBC ha dichiarato che non sono stati solo musulmani a raccogliere fondi, ma che è stato uno sforzo comune. Non so cosa stia esattamente accadendo a Londra in questi giorni, so solo che la normalità ha tolto forza al terrore.

di Clara Cuonzo

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