«La fama quella vera, deriva dalle capacità vere, dall’aver fatto cose vere. Questa è la vera fama».
Era il 2 Settembre quando Franca Sozzani ha sfilato sul red carpet del Festival di Venezia per partecipare alla première del documentario Franca, Chaos and Creation che il figlio, Francesco Carrozzini, aveva girato in suo onore. Documentario che, ora, sa di profetico.
Franca Sozzani, la Grande Signora della moda italiana, la storica direttrice di Vogue Italia, è morta ieri a Milano.
Quando si parla di lei, bisogna dimenticare il Diavolo Veste Prada, Miranda e tutte le voci di corridoio che raccontano di ambienti asfittici e tremendi: Franca Sozzani era altro, decisamente altro.
Nata a Mantova nel 1950, diplomata al liceo classico e con una laurea in lettere e filosofia alle spalle, comincia a lavorare per la Condè Nast quasi per caso, dopo aver risposto ad un annuncio su un quotidiano. Quello che accadde dopo ormai è storia.
Il passaggio da Vogue Bambini a direttrice di Lei (antesignano di Cosmpolitan e Glamour) è molto veloce. Nel 1988 la consacrazione: è lei la nuova direttrice di Vogue Italia. Nelle sue mani la rivista italiana diventa un colosso in grado di sbaragliare la concorrenza. La prima copertina di Vogue Italia dell’era Sozzani vede un servizio fotografico di Steven Meisel, all’epoca giovane fotografo di nicchia, ora uno dei più pagati fotografi di moda al mondo. Ancora, è Vogue Italia che negli anni ’90 lancia le supermodels Cindy Crawford, Claudia Schiffer e Naomi Campbell. È il 2008 quando un numero intero della sua rivista è dedicato alle modelle di colore.
“Perchè qualcuno dovrebbe comprare Vogue? Solo gli italiani conoscono l’italiano”: questo il suo cruccio che l’ha portata, con il passare del tempo, a rivoluzionare il ruolo dell’immagine e della fotografia in un mondo che aveva bisogno di cambiamento e innovazione. Una vita, la sua, spesa a rivoluzionare il mondo della moda, senza badare ai perbenismi o all’approvazione della massa.
Consulente fidata di tutti i designer, con un occhio di riguardo per i giovani stilisti, nel corso della sua vita ha continuato ad influenzare senza sosta la moda e non solo. Da sempre fortemente interessata al sociale, patrocina Convivio, un evento di shopping per sostenere la ricerca contro l’AIDS, e sostiene da sempre IEO, la fondazione creata da Umberto Veronesi per finanziare la ricerca sperimentale dell’Istituto Europeo di Oncologia, di cui è diventata presidente nel 2013.
Ma soprattutto, Franca Sozzani è da ricordare come una grandissima lavoratrice: “La moda è anche impegno” diceva in un’intervista del 2011. Tutti la ricordano così, da Anna Wintour (direttrice di Vogue America), agli stilisti che ha sostenuto nel corso degli anni, ai membri della sua stessa redazione.
Donna di esemplare eleganza, raffinatezza ed equilibrio in un mondo spesso forse troppo eccentrico, Franca Sozzani ha lasciato un vuoto che sarà assai difficile da colmare.