lips

10. Give yourself over to absolute pleasure

Un’ambigua e sensuale bocca cremisi su sfondo interamente nero, che inizia a cantare con voce maschile.

È così che si aprono i titoli di testa di The Rocky Horror Picture Show (1975), trasposizione cinematografica del musical The Rocky Horror Show (che aprì nel 1973) che l’ha reso un cult. Un esordio all’insegna dell’ambiguità: le labbra che vediamo sono quelle di Patricia Quinn, la voce quella di Peter O’Brien, l’autore del musical.

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Charles Gray interpreta il Criminologo

I would like, if I may, to take you on a strange journey, ci comunica all’inizio Charles Gray, famoso per i suoi ruoli da cattivo nei film di James Bond e per una nutrita filmografia (La notte dei generali, Sherlock Holmes: soluzione settepercento). In questa produzione è Il Criminologo, che con il suo ineccepibile inglese ci narra i terribili avvenimenti riguardo Brad e Janet, una giovane coppia di provinciali per bene (l’ambientazione iniziale è Denton, un paesino dell’Ohio) che si è appena fidanzata. E si tratta davvero di uno strange journey: la tipica trama da film horror – una notte, la stereotipica coppia di innamorati si trova per un guasto alla macchina nel castello spettrale del Dr. Frank N. Furter – viene trasformata in un caleidoscopio basato sullo stravolgimento delle convenzioni. This isn’t the Junior Chamber of Commerce! osserva acutamente Janet appena entrata nel castello. Frank N. Furter è just a sweet transvestite / From Transsexual / Transylvania, ma anche un chiaro rimando al Dr. Frankenstein, il cui proposito di ricreare la vita umana (I hold the secret to life itself, dice il Dr. Furter) viene qui ribaltato nella creazione di un biondo energumeno palestrato, il Rocky del titolo, per scopi legati sì alla libido, ma certo non a quella sciendi. Magenta e Riff Raff sono fratelli, intuiamo, with benefits, Columbia una groupie dai molti affetti, e alla fine anche Brad e Janet subiranno una trasformazione… non indifferente. Era il 1975, e sì, David Bowie si era messo un vestito, ma nessuno aveva ancora ammirato sul grande schermo un sublime e truccatissimo Tim Curry in corsetto, calze a rete e poco altro per la durata di oltre un’ora e mezza. Considerato che si tratta della trasposizione cinematografica del musical, l’assoluta naturalezza di questo mondo al di là delle convenzioni è sorprendente. It was a night out they were going to remember for a very long time.

La trama allucinata si innesta su una parodia-tributo brillante e gustosa dei B-movie e delle produzioni di fantascienza e horror dagli albori del cinema in poi. Il musical è un turbine di comicità e di sapiente rielaborazione di rimandi e citazioni: fin dalla canzone di apertura abbiamo in mente una serie di immagini e richiami, Michael Rennie was ill the day the Earth stood still o Science fiction double feature / Doctor X will build a creature / See androids fighting / Anne Francis stars in Forbidden Planet. Vengono ripresi anche quadri, pubblicità, la musica degli anni ’50: anche solo la bocca cremisi dei titoli è una citazione di un lavoro di Man Ray, A l’heure de l’observatoire, les Amoureux (1936), così come i figuri agghindati da American Gothic della prima scena, quando Brad e Janet si fidanzano appassionatamente mentre viene allestito un funerale (il quadro apparirà poi nel castello); la canzone di Eddie, Hot Patootie / Bless My Soul, e il suo stesso look sono una chiara ripresa del rock ’n’ roll; la canzone I Can Make You A Man si rifà a una pubblicità degli anni ’40 e ’50.

The Rocky Horror Picture Show merita di essere assaporato più di una volta, per cogliere i richiami più sottili, ballare il Time Warp seguendo le indicazioni del Criminologo, cercare le uova di Pasqua sparse per le inquadrature (la troupe le aveva nascoste per il set ma non tutte erano state trovate). Cantate a squarciagola sentendovi molto glam-rock e give yourself over to absolute pleasure!

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