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“Questo bacaro è stato aperto nel 1968 da mio padre, Lele. Dal 2003 ci lavoro io. Prima eravamo in due, adesso in cinque. Andiamo bene perché siamo riusciti a capire a livello di marketing cosa serve e cosa non serve. Però non ho mai voluto un sito internet e ho bloccato il passaparola che si era creato. Non volevo che questo bacaro diventasse qualcosa di stupido. Da noi vengono molte persone, ma al cliente che non capisce come funziona gli si fa capire, senza remore, che qua dentro non ci sta. Entri qui per mangiare un panino e bere un’ombra. Chi prende panino e spritz già sbaglia. E glielo faccio capire. Un Bloody Mary, un Americano, non li so fare. Servo vino. Non c’è niente di affascinante in questo, c’è semplicemente una storia che è continuata.”
Fabio, Bacareto da Lele, Campo dei Tolentini
Perché invece di spiegare al cliente che questo bacaro non è adatto a lui, non spiegare come apprezzare la semplicità tradizionale. Così un certo “tipo” di cliente, abituato a certi standard può sperimentare uno stile nuovo senza doversi sentire fuori luogo.
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