IN PRIMA LINEA
tempo di lettura: 3 minuti
“And the Oscar goes to… Everything Everywhere All At Once!”. Queste sono state le parole più pronunciate della premiazione degli Oscar 2023, il festival più importante in ambito cinematografico. Ben sette volte l’opera di A24 Production è stata premiata nella serata del tredici marzo – così è diventata non solo il film con più statuette della cerimonia, ma anche il film con più premiazioni nella storia del cinema, ben trecentoquarantotto.
Ma non è tutto oro ciò che luccica. Da anni ormai gli ascolti dei Premi Oscar sono in calo, raggiungendo il picco negativo nel 2021, e anche quest’anno non può dirsi soddisfacente per l’Academy, che ottiene solo un 12% in più di ascolti rispetto al 2022. Quest’anno la cerimonia ha subito cambiamenti drastici rispetto agli anni passati: dura meno, le categorie considerate minori sono premiate nuovamente in diretta; inoltre, si punta sulla diversità. Gli Oscar, infatti, non sono solamente una premiazione delle migliori prestazioni in ambito cinematografico, ma sono soprattutto politica, e i vincitori rispecchiano il messaggio che l’Academy vuole veicolare. Non è un caso, infatti, che la “Miglior Canzone Originale” sia stata vinta da “Natu Natu” del film RRR, diventando così il primo Oscar vinto da un prodotto indiano; o che “Miglior Attrice Protagonista” e “Miglior Attore non Protagonista” siano andati rispettivamente a Michelle Yeoh e a Ke Huy Quan, entrambi attori di origine asiatica nei panni di una coppia sposata nel sopracitato Everything Everywhere All At Once. Entrambi sono stati protagonisti di discorsi di accettazione toccanti, denunciando il razzismo dell’industria di Hollywood nei confronti di attori sino-americani e non solo.
L’Oscar più inaspettato, invece, è stato vinto da Jamie Lee Curtis come “Miglior Attrice non Protagonista”, e sottratto alla favorita Angela Bassett, attrice nera e interprete di Ramonda in Black Panther: Wakanda Forever. Tuttavia, quest’ultima scelta è stata interpretata dalla critica più come un premio alla carriera dell’attrice che un riconoscimento della sua prestazione nel film diretto dai fratelli Daniels; impossibile, infatti, non fare il parallelismo con Leonardo DiCaprio, anche lui vincitore della statuetta nel 2016: un Oscar che ha simboleggiato il culmine della sua carriera da attore piuttosto che la sua prestazione nel film The Revenant.
L’altro grande vincitore della cerimonia è Nulla di nuovo sul fronte occidentale. Grazie ai suoi quattro premi, è il secondo film più premiato della serata. Non è da sottovalutare, inoltre, la sua provenienza: non è comune, infatti, che un film straniero, tedesco in questo caso, riesca a vincere così tanti premi, ad indicare nuovamente l’intenzione dell’Academy di svecchiare la cerimonia cercando di espandere i propri orizzonti così come fecero premiando il film coreano di Bong Joon-ho, Parasite nel 2020.
Impossibile non fare il nome di Brendan Fraser, che, dopo un lungo periodo lontano dai riflettori, vince il suo primo Oscar, ottenendo così la sua rivincita nei confronti di tutta Hollywood e di Philip Berk, organizzatore dei Golden Globes, accusato di molestie sessuali dall’attore di Indianapolis. L’Hollywood Foreign Press, così come l’Academy, aveva premiato l’attore, ma quest’ultimo non si era presentato alla cerimonia per protesta. In compenso, Brendan, vincitore della statuetta come “Miglior Attore Protagonista” per la sua performance nel film The Whale, ha partecipato alla cerimonia degli Oscar, dove ha tenuto un discorso emozionante, sancendo così il nuovo splendore della sua carriera .
Un’ulteriore maniera per differenziare gli Oscar è stata la scelta di premiare film più “pop”, nella speranza che questi portino maggiori ascolti dal pubblico generalista, lo stesso pubblico che al cinema si presenta solo con determinati blockbuster e grandi franchise, tenendo a galla un’industria sempre più in crisi. I film in questione sono Top Gun: Maverick, vincitore dell’Oscar per “Miglior Sonoro”, e Avatar: la via dell’acqua, premiato per “Miglior Effetti Speciali”. Questa è la dimostrazione che l’etichetta Marvel, che comunque si porta a casa l’Oscar per “Miglior Costumi” grazie a Black Panther: Wakanda Forever, non è necessario per sfondare la soglia del miliardo al botteghino: Tom Cruise e James Cameron, infatti, sono riusciti a portare una moltitudine di persone al cinema, facendo guadagnare ai rispettivi film 1,488 miliardi e 2,284 miliardi.
Per concludere, l’Academy, nonostante le ridondanti battute sullo schiaffo di Will Smith e le prestazioni attese di Rihanna e Lady Gaga, non è stata in grado di rendere la cerimonia accattivante; quest’ultima rimane ancora troppo lunga, noiosa e piena di pause pubblicitarie, rendendo la visione più un’impresa che un piacere. Questo non è solo un problema degli Oscar, ma di tutte le premiazioni del genere: Emmy, Golden Globes, Bafta… Le persone dietro i premi hanno la tendenza a inviare un messaggio, sia con le candidature sia con le premiazioni, e i conseguenti discorsi spesso moraleggianti dei vincitori cozzano con i numerosi scandali di Hollywood e con il fatto che la maggior parte dell’industria è composta da persone multimilionarie: a lungo andare, questo ha causato un estraniamento da parte del pubblico, che ormai reputa le cerimonie di premiazione lontane e presuntuose, allontanandosi così sempre di più dal cinema.
di Gabriele d’Agostino