Se lo si guarda adesso, risulta piuttosto difficile comprendere perché il Ritratto di Madame X (1884) di John Singer Sargent sia risultato, al suo apparire, tanto scandaloso per il pubblico parigino.
Abbiamo semplicemente di fronte un monumentale (circa 1,10 x 2,10 m) ritratto di una bella donna (Madame Pierre Gautreau, nata Virginie Amélie Avegno) in abito da sera. Certo, l’abito è fasciante, tremendamente aderente alla vita e ai fianchi di questa bellezza statuaria; certo, le spalline ingioiellate sono quasi inconsistenti e non sembrano operare un grosso sforzo per sorreggere il nudo petto candido o costringerlo troppo nel tessuto; certo, non indossa nemmeno i guanti, e neanche un gioiello cela ai nostri occhi la consistenza serica di quella pelle diafana. Tuttavia, il pubblico parigino era avvezzo a ben altro: Olympia di Manet era del 1863, e non si trattava dell’altolocata moglie alla moda di un abbiente uomo d’affari di New Orleans, ma di una prostituta d’alto bordo che con pragmatica freddezza e disincanto squadrava l’osservatore dal suo posto di lavoro, sicura e a proprio agio con il proprio corpo come nessuna donna veramente “perbene” dell’epoca doveva sentirsi.

Che c’è, quindi, di tanto scandaloso nel ritratto di Sargent? Anche il suo maestro, Carolus-Duran, aveva dipinto un soggetto simile, che spopolava ai Salon (La signora con il guanto, 1869). Signore alte, belle, vestite con estrema eleganza e sopratutto all’ultima moda: il pubblico dei Salon si trovava di fronte a celebrazioni delle rinomatissime bellezza e moda parigine. Inoltre, il Salon era un’esposizione ufficiale, prestigiosa e selezionata, e da decenni era il regno incontrastato della pittura d’accademia, guardata con disprezzo dagli artisti più all’avanguardia. Gli impressionisti avevano aperto una strada alternativa allestendo le proprie mostre in modo assolutamente indipendente e furono presto imitati dai commercianti d’arte, ma il Salon era un evento mastodontico, che aveva ancora le sue attrattive ed era seguito con entusiasmo dal vasto pubblico borghese.
Ed è qui il punto fondamentale. Sì, i parigini bene che avevano visto Olympia ne avevano anche superato il trauma, ma qui si trattava del Salon. La borghesia si aspettava di vedersi ritratta come in Carolus-Duran, alla moda, ricca, ma non così. Madame X è un ritratto da Salon, ma questo non fa che sottolineare la sua trasgressività rispetto agli altri esemplari del genere. Non rappresenta una donna alla moda secondo lo stile carino e anche un po’ civettuolo che la borghesia apprezzava. È l’alta moda, ma quella dell’alta società. È una donna aristocraticamente sexy. Non è la civetteria concessa da un rigido pudore, è la seducente sicurezza di una donna totalmente a proprio agio con se stessa e con il proprio ruolo sociale. È scandalosa perché, pur appartenendo agli alti circoli, è troppo simile ad Olympia: una morigerata borghese non si propone così in un ritratto. Questa Madame, invece, è consapevole della propria bellezza e del proprio fascino, tanto che sembra sia in risposta all’esplicita richiesta di un osservatore che abbia voltato la testa, per far ammirare meglio il proprio profilo e sottolineare la curva che scende, indisturbata da ornamenti, dalla fronte al collo, e giù fino allo sterno. Il braccio appoggiato al tavolo e quello che regge la gonna pongono il busto in leggera torsione, sottolineando le forme piene e la sospensione fotografica del movimento. La spalla leggermente inclinata fa scivolare la spallina dell’abito (nella versione originale, poi censurata in quella che vediamo oggi, la spallina era completamente scivolata), e il braccio teso, richiamando la gamba del tavolo, bilancia la composizione e al contempo enfatizza la linea sinuosa della figura. Anche i colori – il nero dell’abito in netto contrasto con il liscio candore della pelle (probabilmente aiutato da – orrore! – cosmetici), il vago color terra dello sfondo e del tavolo – non fanno che mettere in risalto questa splendida donna. In una sospensione di spazio e tempo, in un luogo indefinito in quanto irrilevante, l’unica cosa che meriti la nostra più totale attenzione è la bellezza che abbiamo di fronte.