Il mondo universitario è un affascinante agglomerato di persone con origini, culture ed opinioni diverse. La matricola (aka studente del primo anno) è chiamata ad affrontare sfide particolarmente impegnative dal punto di vista sociale, sfruttando tutte le sue capacità comunicative e relazionali per farsi accettare da un gruppo di studenti (aka compagni di corso) con cui condividerà gioie e dolori. Ciò comporta anche importanti adattamenti dal punto di vista semantico, perchè è risaputo che creare un linguaggio comune da usare in determinati contesti risulta fondamentale per sentirsi a proprio agio e integrati. Dopo l’attenta osservazione di un campione di 10 casi umani (aka matricole di economia), ho identificato 5 parole facenti parte di una terminologia senza dubbio complessa che ogni universitario conosce, e praticamente nessun non-universitario conosce.
FUORISEDE (aggettivo sostantivato): termine che nel linguaggio comune potrebbe stare ad indicare una cosa che si trova dove non dovrebbe, per gli universitari è un/una ragazzo/a che abbandona casa per perseguire il suo sogno di sfruttare al massimo l’ambiente universitario vivendo in loco ed ottenendo così risultati migliori. Quindi in pratica la stessa cosa. Esempio: “Ha colto questa opportunità come farebbe un fuorisede con una erasmus sbronza.”
FREQUENTARE (verbo): azione (per il comune essere umano) che porta un soggetto a intrattenere regolarmente relazioni con qualcosa o qualcuno; per i casi umani (ehm, studenti universitari), pratica considerata sempre più superata, che consiste nell'”andare a lezione” per “capire meglio gli argomenti trattati”. Esempio: “Vieni a lezione oggi? – Nah, questo corso non lo frequento: studierò dal libro, tanto gli appunti non servono”.
ESAME (sostantivo): quell’orrida prova di sadismo da parte di personalità più o meno edotte (aka professori universitari), causa di crisi di isteria e casi di disturbo della personalità (avete mai visto “A beautiful mind”?) per gli studenti in sessione. In sostanza, una parentesi oscura nella altrimenti euforica vita universitaria. Per un non-universitario, probabilmente tale parola può significare un qualsiasi accertamento medico più o meno invadente. Esempio: “Preferirei fare un esame rettale che un esame di diritto”.
FUORICORSO (aggettivo sostantivato): per un individuo appartenente all’ambiente extra-universitario, parola di difficile interpretazione, che ipoteticamente suggerisce un qualcosa/qualcuno che svolge la propria attività al di fuori del contesto spazio-temporale adeguato. Per gli universitari, il fuoricorso è l’eroe, colui che indomito prosegue nel suo tentativo di dare “quegli ultimi 2-3 esami che mi mancano” e senza ritegno prolunga la sua avventura formativa fino ai 35 anni, quasi orgoglioso di averci messo 14 anni a completare una triennale in Scienze della Comunicazione. Il fuoricorso fuorisede, poi, è l’apoteosi dell’otium. Esempio: “Dimmi, che ti piacerebbe fare da grande? – Mah, il mio sogno è sempre stato essere un fuoricorso!” Fuoricorso lo si è dentro.
MATRICOLA (sostantivo): veniamo a noi. Per il cittadino in pieno possesso delle sue facoltà, numero o codice identificativo di un prodotto o di un soggetto membro di un’organizzazione. Per il cittadino iscritto ad una Facoltà (pardon, Dipartimento), la matricola è quell’ingenuo individuo che nel corso del suo primo anno accademico vede progressivamente svanire tutte le aspettative che aveva per il suo altrimenti radioso futuro, soffocando preoccupazioni e crisi d’ansia in continue attività a scopo ludico/ricreativo (aka feste o mercoledì universitari) e, nella ricerca sistematica dell’evasione, ritrova così il piacere di ciò che fa quotidianamente e la soddisfazione nel raggiungimento dei suoi obiettivi. Esempio: “Perchè vedo così tante persone sorridenti oggi? – Amico, sono matricole.” In conclusione, spero che questo glossario risulti utile per i giovani speranzosi che si affacciano al mondo universitario, evitandogli gaffe e/o prese di posizione eccessivamente drastiche riguardo le tematiche trattate in questo articolo. Con affetto, un caso umano (aka matricola di economia).
Gabriele Baggio