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Tra le fonti più importanti per la conoscenza del Rinascimento nel nord Italia, gli appunti del veneziano Marcantonio Michiel, redatti tra 1521 e 1543 ed editi con il titolo di Notizia d’opere di disegno solo nel 1800 grazie a Jacopo Morelli, permette di viaggiare tra le principali città della Lombardia e del Veneto, con una peculiare prospettiva collezionistica. Tra i luoghi visitati, Bergamo costituisce un caso particolare, di fronte a una situazione politica e culturale di confine, in bilico nello scacchiere bellico di inizio secolo e centro propulsore di una feconda stagione artistica.
La scelta del tema nel contesto del Symposium, il primo realizzato online ad aprile 2020, ha voluto riformulare l’attenzione intorno a un territorio, costantemente nominato in quel periodo per il tragico decorso della pandemia, e ricordarlo nella prospettiva della sua storia e del suo ingente patrimonio artistico: un invito a riscoprire Bergamo, attraverso la lente particolare di Michiel, ma soprattutto del ricco e dinamico contesto che egli delineò nelle sue note, alla base ancora oggi per la comprensione della storia artistica della città.
In un rapporto da far risalire al libello dell’Agri et Urbis Bergomati descriptio, unico testo del Michiel pubblicato in vita, Bergamo viene presentata secondo un procedere logico dal pubblico al privato, dagli affreschi del Bramante ai dipinti di Lorenzo Lotto, dalle chiese cittadine alle dimore patrizie. Il brano sulla città, redatto intorno al 1532 ricordando a memoria una visita di qualche anno prima, verso il 1525, permette di affrontare diversi temi di interesse storico e artistico rispetto tanto al contesto locale, quanto alle vicende dei singoli artisti e in particolare Lorenzo Lotto, citato capillarmente nella pur breve sezione di testo.
Leggendo Michiel, entriamo nelle case di parte dei principali attori della città orobica, secondo una peculiare coincidenza nella committenza delle opere pubbliche e private presentate. Ecco dunque la dimora di Leonino Brembati, dove viene menzionato il Cristo redentore del Cariani, ma dov’erano custoditi anche i ritratti della coppia, Leonino e la moglie Lucina, per mano di Lorenzo Lotto; la residenza di Domenico del Carnello, con la coppia di dipinti in pendant rappresentanti la Natività, perduta, e il Commiato dalla Vergine, oggi a Berlino, con i ritratti dei due committenti, Domenico e Elisabetta Rota, e un S. Girolamo sempre di Lotto. O ancora il palazzo di Zovanino Cassotti, edificato da Alessio o da Bonifacio Agliardi e nelle cui stanze Michiel annotò solo due pitture di Lotto, rispetto alle numerose che sappiamo collezionate dal figlio di Zovanino, Marsilio, in un’altra ala della dimora. Infine, la casa di Niccolò di Bonghi, con il celebre Matrimonio mistico di Santa Caterina del pittore veneziano, capolavoro, oggi, dell’Accademia Carrara di Bergamo.

La Notizia del Michiel restituisce un frammento singolare del collezionismo bergamasco nel primo quarto di secolo, specchio delle vicissitudini politiche e storiche della città. Se, infatti, da un punto di vista pubblico, l’alternanza di artisti di scuola milanese e veneziana tratteggia la dinamicità di un centro al confine tra realtà culturali distinte, dall’altro la compresenza delle due fazioni artistiche corrisponde ai destini della città nei primi decenni, segnati dalle guerre di riconquista del Dominio a seguito della rotta di Agnadello nel 1509. Non è un caso che Michiel, patrizio della Repubblica, visiti le dimore di alcuni esponenti di punta del partito filo-veneziano, ovviamente favorito dal ritorno della città nel Dominio di San Marco, ma annoti anche opere di artisti veneziani, per nascita o formazione, quale riflesso di una scelta culturale precisa, rispondente alla loro posizione politica. L’inversione di tendenza dell’arte cittadina in senso veneziano si manifesta chiara, infatti, con l’arrivo a Bergamo di Lorenzo Lotto nel 1513 per realizzare la pala Martinengo Colleoni, ancora nella chiesa di S. Bartolomeo, e con il rientro nella città natale, da Venezia, di pittori quali Andrea Previtali e Giovanni Cariani.
La Notizia costituisce un testo fondamentale, pur nella sua parzialità, per la ricostruzione della scena bergamasca a tale altezza cronologica. Permette di conoscere l’esistenza di opere perdute, di identificare l’origine e la committenza di alcune ancora conservate; di ricostruire la cronologia di capolavori che ricorrono poi nelle pagine della storiografia successiva; di leggere una voce acuta nella capacità critica e storiografica; infine, di seguire con maggiore precisione il periodo bergamasco di un artista del calibro di Lorenzo Lotto. Il caso forse più clamoroso e suggestivo è quello del Matrimonio mistico di Santa Caterina, dipinto per Niccolò di Bonghi nel 1523 come risarcimento che Lotto gli doveva in qualità di affittuario per l’utilizzo della bottega nella piazzetta di San Michele al Pozzo Bianco. Un’opera che Michiel osservò nella dimora di Niccolò in città alta, ma che – ci raccontano Carlo Ridolfi e Francesco Maria Tassi – venne ricoverata nella chiesa di San Michele durante il saccheggio francese del 1527-1528: invano, poiché un soldato, invaghitosi del paesaggio che si apriva alle spalle dei santi e della Vergine, recise lo sfondo e ci lasciò quella lacuna di tela grigia che possiamo ancora oggi vedere oltre al davanzale.

Per concludere, qualche suggerimento di lettura: ovviamente la Notizia d’opere di disegno, fruibile facilmente in rete in edizioni storiche, a partire da quella di Jacopo Morelli, per prendere mano con la forma del taccuino di appunti e gettare un rapido sguardo sulle città della Lombardia e del Veneto di 500 anni fa. Come contributi più compiuti sull’argomento analizzato segnalo il saggio di Rosella Lauber, Per un itinerario fra le opere rinascimentali a Bergamo, dall’osservatorio privilegiato di Marcantonio Michiel (in La luce del Rinascimento, a cura di A. Di Lorenzo, Torino 2011, pp. 79-119) e gli scritti di Gianmario Petrò in Lorenzo Lotto nella Bergamo del ‘500 (“La rivista di Bergamo”, 12/13, Bergamo 1998). Per approfondire l’argomento del Rinascimento bergamasco, suggerisco tra gli altri il catalogo della mostra Bergamo l’altra Venezia. Il Rinascimento negli anni di Lorenzo Lotto 1513-1530, a cura di Mauro Lucco.