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Chiaramente ispirata alla storia della famiglia di banchieri Rothschild, divisi tra cinque capitali europee e favolosamente ricchi in un continente quasi uniformemente antisemita, il romanzo I Goldbaum (House of Gold, 2019) racconta le vicende di alcuni esponenti della famiglia di omonimi banchieri ebrei alla vigilia e nel corso del primo conflitto mondiale.
La prosa scorrevole di Natasha Solomons (Un perfetto gentiluomo, The Song Collector) non scade in eccessivi sentimentalismi, anche se, per chi abbia familiarità con la letteratura originale del periodo e con trattazioni cinematografiche più recenti, alcuni personaggi e fili di trama possono risultare a tratti stereotipati. Ciononostante, i personaggi vengono caratterizzati lucidamente e il testo ha, a questo proposito, dei momenti particolarmente felici che lo salvano dai cliché e rendono la lettura molto più interessante di quanto ci si aspetterebbe dalle prime pagine. Particolarmente soddisfacenti alcune osservazioni spiazzanti – riflessioni più “dirette” di quanto ci si aspetterebbe nella letteratura originale, che sottolineano la drammaticità delle situazioni – che rendono la prospettiva dei personaggi un po’ più vicina al lettore moderno e al contempo sottolineano la distanza tra i due. È il genere di libro che inizierete per curiosità e continuerete a leggere ben oltre il “solo un’altra pagina” (scaltra la scelta di Neri Pozza di impaginare i capitoli come una sequenza ininterrotta). Commoventi le ultime pagine tra Russia e Stati Uniti.
Una lettura piacevolmente agrodolce e soprattutto capace di ricordare con sobrietà cosa significhino davvero guerra e nazionalismi, attraverso le vicende di una famiglia che si trova inevitabilmente divisa su fronti opposti.