Sono 7 mesi che sono qua ma vedi, il mio rapporto con Venezia ha radici molto più lontane: la mia famiglia infatti è di origini veneziane, e per veneziane intendo di Venezia. Venezia città! Da uomo di mare, sono origini di cui vado fiero e secondo me è importante ribadirlo. Poco prima che io nascessi i miei genitori decisero di trasferirsi a Genoa e lì fin da giovane ho conosciuto il mare e amato la navigazione. Lì mio padre incominciò a sviluppare l’idea di una macchina galleggiante e capace di lunghi tragitti, in particolare lo affascinava il progetto di una traversata trans-oceanica, da Genoa fino all’America. Anni di esperimenti, vari prototipi e tentativi fino al giorno in cui si è ammalato. Qui comincia la mia di storia; io e i miei fratelli vista l’impossibilità di mio padre di poter inseguire il suo sogno abbiamo deciso di realizzarlo in nome suo. Il suo progetto era già a buon punto (la macchina galleggiava), ci siamo riuniti e abbiamo verificato la fattibilità della traversata e niente, si poteva fare. Abbiamo solo dovuto perfezionare alcuni aspetti ma il suo sistema funzionava. Siamo partiti da La Spezia su strada fino a Cadice in Spagna, da lì con traghetto siamo arrivati a Gran Canaria ed è qui che il nostro viaggio via mare è incominciato. Due macchine adattate alla navigazione a vela, nessuna barca di assistenza durante il tragitto e come unico contatto con la terraferma un telefono satellitare. (Sì lo so, sono fuori di testa). Dopo 4 mesi di viaggio nell’oceano siamo arrivati! Sbarcati alle Piccole Antille nella Martinica francese, ci sarebbe piaciuto continuare il viaggio fino agli USA ma una volta arrivati siamo stati colti dalla notizia della morte di mio padre. Aggiungi questo alla stanchezza di una traversata oceanica e ad un budget ridotto, insomma abbiamo deciso di tornare a casa. Abbiamo lasciato le nostre macchine in America e siamo tornati in Italia con un aereo. Il sogno di mio padre era stato realizzato ma il rammarico di non aver raggiunto gli USA rimane perché avrebbe dato più visibilità alla nostra impresa e l’eco sarebbe giunto a tutto il mondo. Non mentirò, in futuro se si presentasse l’occasione vorrò ripetere quest’impresa.
Vuoi che ti racconti della circumnavigazione? Beh diciamo che il progetto è nato da sé; vedi l’Italia, vedi Genoa e Venezia, due città di mare con una tradizione marinaia, l’idea di una circumnavigazione mi è venuta spontanea. Sono partito dalla Liguria il 5 agosto 2015 ma arrivato a Roma il 30 settembre 2015 mi sono reso conto che sarebbe stato troppo incauto riprendere il viaggio con l’autunno alle porte.Sai, ogni tanto capita di essere troppo avventati. Nella sfortuna ho però avuto la fortuna di trovare il museo d’arte moderna alternativa “Maam” che sta per “Museo dell’Altro e dell’Altrove Metropoli”. Sono rimasto immediatamente colpito dagli abitanti del museo, mi sono dimenticato di dire che è anche un museo vivente, comunque questi ragazzi avevano costruito un “razzo artistico”, un’immagine che rappresentava un viaggio di sola andata per la luna, perché qui sulla terra non c’è più spazio per vivere bene. Questo almeno è ciò che significava per loro. Wow, ho pensato: un razzo per la luna e un’auto che va a Venezia via mare. I ragazzi del museo rimangono sbalorditi dalla mia storia e decidono di ospitarmi e di esporre così la mia ArteMobile biTurbo da dicembre 2015 a giugno 2016.
Dopo la mia “sosta” a Roma, torno in Liguria a primavera 2017 per ricominciare nuovamente la circumnavigazione. Il mio obbiettivo era arrivare il 10 maggio, in tempo per l’apertura alla stampa della Biennale in modo da essere notato da tutti gli addetti ai lavori del mondo dell’arte che si erano radunati là quel giorno. Sfortunatamente un problema al motore marino a Chioggia, quindi praticamente arrivato al traguardo, ha ritardato il mio arrivo a Venezia di 3 giorni. Sono arrivato qua il 13 maggio, giorno dell’ apertura al pubblico della Biennale. Sarò sincero, al mio arrivo a Venezia mi sono sentito abbastanza fuori luogo; sai, vedi gondole, vaporetti, taxi, tutti i mezzi di trasporto tradizionali che sono la storia di un posto che ha preso una via completamente diversa dalle altre città, credo che sia proprio in questo che sta la bellezza di questa città: il fatto che, forse un po’ come me, non ha mai avuto la pretesa di essere come tutte le altre. Fatto sta che la mia ArteMobile ha fin da subito suscitato vari tipi di critiche: da un lato la curiosità e la meraviglia nel vedere una macchina galleggiante navigare i canali di Venezia, dall’altro discussioni sulla sicurezza e se la mia fosse realmente un’opera d’arte. Alla fine forse era proprio questo che cercavo, sollevare opinioni. Rimane però il rammarico di non essere arrivato qui per l’apertura della biennale, ma sappi che ho in mente un’altra impresa. Ad aprile progetto di partire da qui a Venezia e di arrivare a Milano percorrendo fiumi e canali artificiali.
Cosa mi porta continuare? Beh, diciamo che ormai sono un caso perso. Vedi non mi ci sono mai visto a vivere una vita convenzionale, casa, famiglia, lavoro. Ho bisogno di aria, spazi aperti e libertà, e perché no? Anche un sogno da inseguire. So di essermi scelto uno stile di vita sicuramente più difficile degli altri ma allo stesso tempo meno complicato, sono conscio di essere più libero di quanto molte persone possano sperare mai di essere e ciò mi rende felice. Sai ogni giorno mi sveglio nella mia macchina, sono cullato dalle onde e la prima cosa che vedo è il mare…>.
Intervista e fotografie a cura di Davide Matassoni




