Tra il 31 marzo e il 2 aprile si è tenuto a San Servolo l’evento a tema Migrazioni, confini e identità: la città multietnica, promosso dal Collegio Internazionale Ca’ Foscari. Nodo centrale dell’evento è stata la presentazione di dieci paper sul tema, selezionati dalla commissione sanservolina tra i trenta inviati da studenti dei Collegi e delle Scuole di merito d’Italia. A introdurre l’evento, venerdì 31, la key-lecture della prof.ssa Valentina Bonifacio, vincitrice della borsa di ricerca Marie Curie. Il lavoro premiato su tutti è stato quello di Laura Convertino, dello IUSS di Pavia.
Dopo gli interventi di venerdì, nella giornata di sabato, collegiali in camicia e giacca si aggirano nella nostra, spesso silenziosa, isola di San Servolo, resa ancora più bella dalla complicità di una giornata di sole. Una volta in sala, l’esposizione degli elaborati inizia con la sessione su Media e Attualità: è Caterina a raccontarci gli stereotipi della città multietnica negli scenari distopici del cinema di fantascienza; segue Gaetano, che fa fruttare i propri studi filologici ed esegetici per porre l’accento sull’incontro religioso; si passa a Daniele, che propone una sua ricerca riguardo alla rappresentazione della “fuga di cervelli” nei media, focalizzandosi sulla stampa italiana e britannica; conclude Elena, che rivolge il suo sguardo alle peculiarità della Donna Migrante, mostrandoci anche nuovi modelli di emancipazione.
Dopo una breve pausa pranzo, si riprende con la sessione Scientifico-Economica: apre Alessandro, che ci illustra i problemi legati all’outsourcing e risponde allo stereotipo “gli immigrati ci rubano il lavoro” mostrando come, al contrario, essi possano rappresentare un’opportunità; la seconda è Laura che, da futuro medico, ci parla di migranti e sanità e ci regala il racconto della sua esperienza diretta come volontaria, portando alla luce, in maniera concreta, il problema della mediazione; chiude la sezione Nicole, che ci mostra i rischi psicologici cui si è sottoposti quando si vive la propria identità in chiave problematica.
Si conclude la giornata con la sessione di Scienze Sociali: Nemola illustra il modello inclusion a salvaguardia del pluralismo identitario, portando alla luce i problemi di identità e appartenenza; Lorenzo getta un nuovo sguardo sul presente, filtrato alla luce di una lezione antica e profonda come quella del cosmopolitismo stoico, delineandone i punti di contatto e le differenze con la moderna globalizzazione; Pier Francesco, infine, affronta la questione della tolleranza dal punto di vista giuridico. Ogni sezione è accompagnata da una lunga discussione, arricchita dall’intervento attivo dell’uditorio, tanto che la giornata si prolunga anche oltre il previsto, in un’alternanza di mani alzate e risposte partecipate.
È bello vedere il silenzio venire rotto da una genuina curiosità che non ha spazio per la polemica ma ha, invece, tutta la pienezza fresca e giovane della voglia di un confronto. Non si tratta di un dibattito aggressivo, volto a una sterile affermazione di sé, ma di un costruire reciproco, un’esigenza di trasversalità, di una comprensione a tutto tondo che includa anche ambiti di studio lontani dal proprio; una dialettica, uno scambio generoso di chi non ha niente da perdere ma solo da guadagnare dalle domande altrui e dal proprio mettersi in gioco. Filologia, filosofia, diritto, economia, scienze, psicologia, medicina, cinema si intrecciano nel tentativo di delineare un dialogo su una realtà di cui facciamo esperienza ogni giorno e che ci interessa analizzare, conoscere, comprendere. L’eventuale astrattezza di un discorso “da conferenza” non si distacca da tutto ciò che è prassi ed esperienza diretta sul campo, e ci ricorda che tutto lo studio, la carta stampata, i pomeriggi di fatica, le sessioni d’esame, i CFU – anche se a volte lo dimentichiamo – sono solo la sovrastruttura superficiale della voglia e del bisogno di partecipare al presente e di dare un senso alle nostre vite, ciascuno secondo la propria peculiare prospettiva. Da questo confronto variegato emerge, tacitamente, la passione che ci accomuna, il vero senso dello studium e della diligentia – tanto come scelta, quanto come amore profondo – che trasforma la fatica in piacere. Non è necessario esplicitarlo, ma l’entusiasmo e la dedizione emergono da tutta la spontaneità di un dibattito e un incontro liberi, al di fuori di tutto ciò che è istituzionale.
La giornata di domenica, forte dell’energia del giorno prima e di un’atmosfera più conviviale, diventa il momento per dare coerenza agli argomenti dibattuti con una visita al ghetto di Venezia. Il ghetto è il luogo ideale per concludere questi giorni di discussione su identità e multiculturalità, e il fatto che siano dei giovani a intraprendere questo percorso ne sottolinea la rilevanza. Sono giovani che non temono il rapporto con culture altre, che riconoscono il valore del rispetto e indossano la kippah per avvicinarsi alla Parola durante le visite alle sinagoghe. Giovani che, in queste giornate, si sono trovati accomunati dalla voglia di confronto in merito a tematiche che ciascuno considera da angolazioni differenti, in un’ottica di scambio reciproco. Proprio a Venezia, dove convivevano le comunità ebraica, turca, dei liutai tedeschi, degli schiavi (i dalmati), e tante altre, proprio nel ghetto, realtà di confino e identità ma al contempo di tolleranza in virtù del benessere della comunità veneziana, studenti pronti a riflettere e chiarificare i problemi attuali concludono un incontro di riflessione su quella che, per noi della “generazione Erasmus”, è la quotidianità in cui si inseriscono i nostri studi e le nostre passioni.
I nostri ospiti ripartono, ognuno ritorna alla propria quotidianità e noi, sul nostro vaporetto n.20, rientriamo a casa. Il sole tramonta in lontananza al di là del pontile di San Servolo, si conclude l’ultima giornata.
di Federica Biscardi e Rachele S. Bassan
Si ringraziano per la viva partecipazione la Scuola Superiore dell’Università degli Studi di Udine, il Collegio Superiore dell’Università di Bologna, la Scuola degli Studi Superiori “Ferdinando Rossi” di Torino, la Scuola Galileiana di Studi Superiori di Padova, la Scuola Superiore ISUFI di Lecce, la Scuola di Studi Superiori “Giacomo Leopardi” di Macerata, la Scuola Normale Superiore e la Scuola Superiore “Sant’Anna” di Pisa, la Scuola Superiore di Catania, la Scuola Superiore di Studi Avanzati dell’Università La Sapienza di Roma, l’Istituto Universitario di Studi Superiori (IUSS) di Pavia.
Si ringraziano, inoltre, la professoressa Francesca Coin, il professor Massimo Warglien e il professor Daniele Brombal per il loro ruolo di moderatori.
Per leggere i paper presentati durante l’evento:
SESSIONE MEDIA E ATTUALITÀ (moderata dalla prof.ssa Coin):
- Caterina Rigoni – Scuola Superiore di Udine: “La città multietnica nel cinema di fantascienza: tre esempi”
- Gaetano Spampinato – Collegio Superiore dell’Università di Bologna: “Mamma li arabi! Reazioni “cristiane” al recente fenomeno migratorio in Europa”
- Daniele Proverbio – Scuola di Studi Superiori di Torino “Ferdinando Rossi”: “Brain Drain, Brain Cirulation e i media”
- Elena Annunziata – Collegio Internazionale Ca’ Foscari di Venezia: “Female immigration: issues, new trends and cultural enrichment”
SESSIONE SCIENTIFICO-ECONOMICA (moderata dal prof. Warglien):
- Alessandro Tufano – Collegio Superiore dell’Università di Bologna: “Working immigrants: an opportunity”
- Laura Convertino – IUSS di Pavia: “Salute nella città migrante: la stabilizzazione di una necessità eccezionalmente permanente – Il caso di Como come paradigma della perdita di paradigmi”
- Nicole Casali – Scuola Galileiana di Studi Superiori di Padova: “Identity in relation to the “excess of psychosis” phenomenon within the ethnic minority population”
SESSIONE SCIENZE SOCIALI (moderata dal prof. Brombal):
- Nemola Chiara Zecca – Scuola ISUFI di Lecce: “Il modello inclusione come salvaguardia del pluralismo identitario”
- Lorenzo Cornettone – Scuola di Studi Superiori “Giacomo Leopardi” di Macerata: “La lezione stoica per la cittadinanza del mondo”
- Pier Francesco Bresciani – Collegio Superiore dell’Università di Bologna: “Sul ruolo della scuola nella città multietnica”