La Shakespeare and Company è una libreria storica parigina che venne fondata dalla statunitense Sylvia Beach nel 1919, con la doppia funzione di negozio di libri e sala di lettura. Situata originariamente al numero 8 di Rue Dupuytren, nel 1921 Sylvia la spostò al 12 di Rue de l’Odéon, posizione menzionata da Hemingway nel terzo capitolo di Festa Mobile. Nel 1941 venne chiusa a causa dell’occupazione della Francia durante la Seconda Guerra Mondiale e da lì non venne più riaperta. Dieci anni dopo George Whitman fondò una nuova libreria al 37 di Rue de la Bûcherie che, con la morte di Sylvia Beach nel 1962, prese il nome di Shakespeare and Company proprio in suo onore. La libreria esiste tutt’ora ed è gestita dalla famiglia Whitman.
Negli anni ’20 la Shakespeare and Company funse da crocevia di personaggi essenziali all’interno della realtà artistica parigina e Sylvia Beach fu una figura comparabile a quella di Gertrude Stein per quanto riguarda l’appogio che portò alla Generazione Perduta. La sua libreria, infatti, oltre ad essere considerata il fulcro della cultura anglo-americana a Parigi, ospitò personaggi quali Ernest Hemingway, Ezra Pound, Francis Scott Fitzgerald, la stessa Gertrude Stein, Man Ray e James Joyce. Di quest’ultimo Sylvia pubblicò l’Ulisse, testo bandito sia nel Regno Unito che negli Stati Uniti.
Ecco cosa scrisse Hemingway sulla Shakespeare and Company e sulla sua fondatrice:
<<A quei tempi non c’erano soldi per comprare libri. I libri li prendevi in prestito alla biblioteca circolante della Shakespeare and Company, che era la biblioteca e libreria di Sylvia Beach al 12 di Rue de l’Odéon. In una via fredda e spazzata dal vento, era un posto simpatico, caldo e accogliente con un grande camino in inverno, tavoli e scaffali di libri, libri nuovi in vetrina, e al muro fotografie di famosi scrittori, sia morti che viventi. Le fotografie avevano tutta l’aria di istantanee e anche gli scrittori morti avevano l’aria di essere stati vivi davvero. Sylvia aveva un viso vivace, finemente scolpito. occhi castani vivi come quelli di un animaletto e allegri come quelli di una ragazzina, e capelli castani ondulati che portava spazzolati all’indietro sulla bella fronte e tagliati sotto le orecchie e all’altezza del colletto della giacca di velluto castano che indossava. Aveva delle belle gambe ed era gentile, disponibile e interessata, e le piaceva fare scherzi e spettegolare. Non ho mai conosciuto nessuno che sia stato più gentile con me.>>
http://www.shakespeareandcompany.com/
di Giulia Barison