Sesto Episodio della rubrica “If we were music”, dove proviamo a raccontarci tramite una breve playlist, che troverete a fine articolo.
Tra ritmi euforici e riflessioni sulla necessità di affrontare ogni giornata come se davvero fosse l’ultima su questa terra.
“If this should be my last day on Earth/I’ll sing along”
Nella speranza di non soccombere alla gravità, a quanto schiaccia e strozza il respiro ed ogni buon sentimento.
“Just keep me where the light is”
Riflessioni scandite da una campana, dai rintocchi di un passato che nella mente rivive in eterno.
“The endless river/Forever and ever”
La progressiva alienazione.
“Your lips move/but I can’t hear what you’re saying”
“But I’m feeling kind of drowsy now/So I’ll finish this tomorrow” (http://m.huffpost.com/us/entry/hand-cannot-erase-an-inte_b_6778506.html )
In generale, cinque canzoni su desideri, paure, constatazioni. Musica a cavallo tra due secoli, per derivazione ed ispirazione quando non per età anagrafica.
Today – David Gilmour, “Rattle That Lock”
Gravity – John Mayer, “Where the Light Is – Live in L.A.”
High Hopes – Pink Floyd, “David Gilmour Live in Gdànsk”
Comfortably Numb – Pink Floyd, “Pulse”
Happy Returns – Steven Wilson, “Hand Cannot Erase”
Ascolta la playlist qui: