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I componimenti sono ispirati a due fenomeni facilmente riscontrabili a Venezia: un temporale estivo, e l’osservazione della luna (“tòpos” della letteratura classica giapponese). Questi fanno scoccare una serie di associazioni mentali collegate a temi cardine della letteratura: l’apoteosi “naturale” di Leopardi ne Canto notturno di un pastore errante dell’Asia (l’errar di giogo in giogo fondendosi con l’evento atmosferico) e di Keats ne Ode to the west wind, l’amor distante che unito alla precedente tematica dà luogo a un “disperato titanismo” (e qui pensavo a Byron), il motivo del mortale che si innamora di una Dea è presente in gran parte della letteratura greca antica ed è stato recentemente ripreso dalla scrittrice Rhea Galanaki, esponente di spicco del panorama letterario greco attuale. Si trovano poi rimandi alla letteratura giapponese classica nel motivo del “guardare la luna”, nell’espressione “broccato etereo”, nel titolo stesso Miraggio, un omaggio al Genji Monogatari, opera cardine del classicismo nipponico. Ho voluto pure inserire uno spruzzo di Buddhismo quando parlo di volermi annullare oltre spazio e tempo, illusori, pur di congiungermi all’amata. Le parole isolate e ripetute sono volutamente impiegate per dare un tono simbolista e metterle in risalto singolarmente; essendo io un artista marziale credo nell’”ikken hissatsu”: un colpo, una morte. Ho cercato quindi di trasferire nei componimenti questo concetto isolando appunto le parole e creando contrasti. Da ultimo posso dire di aver provato a fondere quella che è stata (ed è) la mia esperienza di vita: un fondersi di cultura occidentale ed orientale.
TempestaIl cielo è una distesa grigia. Saette che brillano tra le nubi. Scintille della potenza di Dio Scintille della mia anima che si risveglia. E cavalca tuoni, fulmini, tra i nembi neri tra le folate del vento. Io sono Tempesta e giungo ovunque e ovunque appaio per spegnermi in un istante. E quando sarò da te spero questa volta capirai. |
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MiraggioOgni sera guardo la luna. E sogno e realtà sono identici. Tu sei sogno e realtà. Tutto si dissolve e rimani Tu. I tuoi capelli, broccato etereo Il tuo sorriso, riflesso di Venere e i tuoi occhi, i tuoi occhi i tuoi occhi mi elevano ad altezze paradisiache che mi lasciano supplicante ora dall’abisso infernale. Cosa si è spezzato? La notte mi fa paura senza te. La luna nei canali è spenta. Dove sei? Ho rivoltato ogni lembo di terra, scoperchiato mari e oceani frugato disperato tra le stelle Insultato ogni divinità, maledetto il mio Fato. Nulla. E mi struggo, misero mortale che osò amare una Dea. Altro non mi resta che, blasfemia orrida, diventare un Dio per venire a cercarti, sarei pronto ad annullarmi oltre lo spazio e il tempo, illusioni dell’uomo, pur di scorgere una scintilla di Te. |
Gerolamo Nidasio