Premio Strega 2024: Chi dice e chi tace di Chiara Valerio

“Non importa il senso in cui ti piace qualcosa, importa che ti piaccia, e alla fine, quando ti piace e ti avvicini abbastanza, ci finisci dentro”.

Incanto. Vittoria arriva a Scauri silenziosamente, eppure tutti la notano. Vittoria è sensuale, magnetica, misteriosa. Vittoria è anticonvenzionale, non segue le tacite dinamiche del paese: arriva in compagnia di Mara, una ragazza così giovane che potrebbe essere sua figlia, ma non lo è. Decide di comprare una barca nell’incredulità generale: è la prima donna a farlo. Lavora nella farmacia come assistente, ma ha le capacità e l’intuizione di un medico. Vittoria arriva delicata e leggera e nello stesso modo si insinua nelle vite degli scauresi, che come una strega incanta e tiene in suo potere. Nessuno la mette in discussione, nessuno ha il coraggio di fare osservazioni: tutti contemplano da lontano lei e la casa dove vive con Mara – subito ribattezzata come l’esotica Costantinopoli – e tutto ciò che la riguarda assume un valore mitologico. E come i miti, ognuno conserva di lei una sua personale versione, ognuno ne possiede un particolare frammento. Vittoria che passeggia sul lungomare. Vittoria che stravince a carte. Vittoria sbiadita sullo sfondo di una polaroid. Vittoria che insegna ai bambini come far passare il raffreddore. Vittoria muore annegata nella vasca da bagno.

Seduzione. Lea Russo scopre della morte di Vittoria solo il giorno successivo: “prima di andare a dormire non leggo i necrologi e gli annunci immobiliari”. Anche Lea ha dei personali ricordi di Vittoria che affiorano man mano che la narrazione procede: Vittoria e la sua risata cristallina; Vittoria che fa dondolare gli occhiali mentre tiene una stanghetta in bocca; Vittoria che la prende sottobraccio mentre passeggiano; Vittoria che, scherzosa e sensuale, le offre un passaggio. Lea è sicura di possedere il ricordo più autentico di Vittoria e, presa da questa cieca convinzione, inizia a indagare sulla sua morte: Vittoria era un’ottima nuotatrice, non può essere annegata. Inizia quindi una ricerca spasmodica e morbosa nel passato di quella donna su cui più si indaga e meno ci si rende conto di aver conosciuto. E si fa spazio una crescente consapevolezza: forse l’indagine di Lea sulla vera causa di morte di Vittoria non è tanto un desiderio di giustizia, quanto più un pretesto per indagare su un sentimento rimasto in lei sopito a lungo. Inebriata dal ricordo ancora vivo di Vittoria e mossa da una disperata sensazione di star perdendo tutto di lei – o di non averlo mai avuto – Lea inizia a raccogliere voracemente quante più informazioni possibili, per sciogliere quel groviglio interiore che si fa sempre più fitto. “Non capivo bene né chi ero io, né chi era stata Vittoria, e per quanto cercassi di non collegare le cose, sapevo che invece un legame c’era”.

Desiderio. Chi dice e chi tace è un romanzo sul desiderio. Su un desiderio rimasto celato così a lungo che ora preme violentemente per uscire. Lea cerca di negare a se stessa questa verità, la etichetta come indagine, la giustifica come una necessità di conoscere la verità e di contrastare l’indifferenza su una morte collettivamente accettata troppo velocemente. Ma allo stesso tempo la asseconda, pur non volendole dare un nome, e si fa sedurre da quello che Vittoria è stata o sarebbe potuta essere, da quello che avrebbe potuto raccontarle, ma non ha mai fatto e non potrà più fare. La potenza di questo romanzo si cela proprio in questo, nel raccontare in un modo così delicato e preciso quel particolare momento in cui desideriamo una persona e ancora non lo sappiamo, anche se tutto il nostro corpo e le nostre forze tendono verso di essa. E quel disperato tentativo di reprimere questa forza inquieta – “dolceamara invincibile belva” – che però riemerge nei ricordi, nei racconti, negli oggetti; di bilanciarla e trovarle spazio tra ciò che già occupa la nostra vita – nel caso di Lea la famiglia, le relazioni, l’ultimo caso a cui sta lavorando. E forse il lettore non si innamorerà di Vittoria a sua volta, ma si ritroverà nel sentimento di Lea, in quella strana, totalizzante e disorientante sensazione che scaturisce dall’essere attratti da qualcuno. Incanto, seduzione, desiderio. 

di Irene Abatangelo

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