Gli Oscar di Linea 20: Povere Creature!

IN PRIMA LINEA

In questa prima parte di 2024 piena di grandi film, uno in particolare ha suscitato non poche critiche, dividendo il pubblico tra chi lo ha amato considerandolo già il film dell’anno e chi non lo ha gradito per nulla reputandolo una trovata sociale per fare scandalo: sto parlando di Poor Things del regista greco Yorgos Lanthimos.

Il film, vincitore di 4 premi Oscar (miglior attrice, miglior scenografia, migliori costumi e miglior trucco e acconciatura), segna la seconda collaborazione tra il duo Lanthimos – Stone dopo La Favorita, nel quale nel 2018 la giovane attrice ha interpretato Abigail, una ragazza di nobili origini alla corte della regina Anna Stuart.

Adattando l’omonimo romanzo di Alasdair Grey al grande schermo, Lanthimos ci racconta la storia di Bella Baxter, giovane ragazza frutto di un esperimento riuscito bene ad opera dello scienziato Godwin Baxter. Egli la cresce come fosse una figlia, ma precludendole interazioni sociali e isolandola nella sua villa per paura di cosa la società potrebbe pensare di Bella e, al contempo, per salvaguardare lei dall’influsso negativo che il mondo esterno potrebbe avere sulla sua fragile e malleabile mente; Bella diventa così il simbolo di una femminilità tenuta prigioniera da una mascolinità dominante nella società odierna, creazione maschile in un mondo maschile dove deve trovare la propria sfera di esistenza e la libertà. Nel film questo momento è segnato dal passaggio dal bianco e nero iniziale al colore: la masturbazione è il primo atto di ribellione nei confronti del suo creatore Godwin e ne consegue una voglia sempre crescente di esplorare il mondo e scoprire tutto ciò che esso ha da offrire.

Avendo una struttura a capitoli, ogni capitolo delle avventure di Bella nel mondo rappresenta uno step in più verso la sua libertà mentale e sessuale e la sua imposizione nel mondo, Da Londra, passando per Lisbona, Alexandria e infine Parigi, Bella sarà costretta a confrontarsi con diversi generi di persone e a fare i lavori più disparati, usando il suo corpo come mezzo di conoscenza di se stessa e di ciò che la circonda e affermandosi così nel mondo. Nel capitolo finale Bella dovrà affrontare il suo passato e superarlo per arrivare alla fine del suo viaggio interiore e nel mondo e poter così vivere libera e felice.

Dal punto di vista stilistico, sono presenti chiari riferimenti al futurismo di Metropolis di Lang del lontano 1927 e al vestiario della Favorita e dei classici animati Disney come Biancaneve. Inoltre è elevato l’uso dei fisheye, tecnica diventata un segno distintivo del regista, mentre la colonna sonora aumenta l’impatto delle emozioni di Bella nelle varie situazioni.

In sintesi, Lanthimos si conferma uno dei nomi più importanti nella Hollywood odierna ed è in grado di creare una piccola parabola femminista e, al contempo, una commedia dark dai toni a volte esagerati ma comunque ben dosati all’interno dei 142 minuti di un film che, con il tempo, sono sicuro diventerà un cult.

di Fabio Sabatucci

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