Il sesto capitolo del romanzo è legato, come il precedente, al tema delle corse dei cavalli e funge da continuazione del quinto. Nella parte iniziale Hemingway scrive una frase dedicata alla moglie Hadley che, a mio avviso, è bellissima, caratterizzante e premonitoria, in un certo senso: “Le corse non si misero mai tra di noi, solo la gente poteva farlo”.
Hemingway, nella sua vita, amò molte donne e si sposò quattro volte. Hadley Richardson, però, fu sicuramente quella che amò nel modo più semplice e sincero ed i quali tradimento e successivo divorzio pesarono sulla coscienza dell’autore fino alla fine dei suoi giorni.
Ecco cosa scrive Seàn Hemingway nell’introduzione di Festa mobile:
<<A giudicare dai manoscritti, il lato più difficile della stesura di Festa mobile fu per Ernest Hemingway accettare il proprio tradimento di Hadley per Pauline, e la fine di quel primo matrimonio. Sotto un certo profilo, avrebbe potuto essere una logica conclusione del libro, e si può ben capire perché Mary Hemingway lo scelse, appunto, come finale. Tuttavia, Hemingway, dopo averlo fatto oggetto di un capitolo, incluso in questa edizione come Il pesce pilota e i ricchi, decise che non era questo il finale cui aveva pensato, dal momento che considerava il suo matrimonio con Pauline un inizio, e che questo finale lasciava chiaramente Hadley, l’eroina del libro, sola e abbandonata. Il peggio è che soltanto una parte di Il pesce pilota e i ricchi venne poi incorporata nell’ultimo capitolo di Festa mobile edito nel 1964. Il rimorso che Hemingway esprime e la responsabilità che egli si attribuisce per la rottura, al pari della “incredibile felicità” trovata con Pauline, furono eliminati dai curatori. Per la prima volta, i lettori della presente edizione hanno a disposizione l’intero testo quale Hemingway lo ha scritto. L’impressione è che gli estesi interventi di Mary Hemingway su questo testo abbiano promosso più il suo personale rapporto con lo scrittore, in quanto quarta e ultima moglie, che non gli interessi del libro o del suo autore, che nella prima edizione postuma appare come una sorta di vittima inconsapevole, cosa che certamente non era>>.
di Giulia Barison