murales

Note dal fronte orientale #11

La sera stessa che incontriamo H. a Nablus, ce ne andiamo in giro per le strade della cittadina. H. racconta dei vari raid dell’esercito israeliano che avvengono anche qui, come a Dheisheh camp, una volta ogni pisciata di cane.

La strada principale di Nablus è area C, capite? Anche se siamo a tutti gli effetti un grande centro palestinese, secondo gli accordi questa resta una zona sotto controllo israeliano.

Perché?

Vuoi chiederlo ai soldati, magari la prossima volta che passano?

Oh, beh, se capita, ci penso.

Ecco, bravo. Pertanto, prosegue H., trovandoci sotto il controllo militare israeliano, i soldati entrano ogni settimana perché possono farlo. Mentre lui spiega, ci dirigiamo a prendere un boccone da mettere sotto i denti. Sul lato della strada un ometto panciuto e baffuto ci offre del mais speziato in una coppetta. Mica male.

Mentre ceniamo seduti, lo sguardo verso le macchine che scivolano sulla strada davanti, noto uno dei mille manifesti che popolano a frotte le mura di tutti i centri palestinesi. Sono manifesti che ritraggono uomini armati – martiri per i palestinesi, terroristi per gli israeliani. Non mi sono mai avvicinato per vederne uno. Mi avvicino e ne vedo uno.

H. mi segue e mi illustra la situazione. Il suo indice scorre da sinistra verso destra su ciascuna delle facce ritratte: conosco questo, questo, quest’altro. Sono tutti morti. Anzi, questo qui è in carcere. Di questo poi conoscevo la famiglia. E… di questo anche. Lui invece frequentava la mia stessa scuola. Io mi trovo a osservare quei volti. Sfoggiano sguardi truci. Ma non sono gli sguardi che hanno attirato la mia attenzione.

Quelle armi, faccio segno io, quelle armi non sono AK-47.

No, conferma H., non sono Kalašnikov questi.

Io strabuzzo gli occhi, sono M4!

Esatto.

Ma chi è che rifornisce i palestinesi di un’arma in dotazione agli stessi israeliani?, sono sbigottito.

H. smette di indicare i volti dei morti sul manifesto, mi guarda bene in faccia prima di dirmelo: la mafia militare israeliana. Ci sono apparati delle IDF che rivendono armi ai palestinesi, spiega, magari quelle che cigolano un po’ e che prendono polvere in qualche magazzino. Pur di far soldi, in guerra, fai anche questo.

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