FEDELI ALLA LINEA
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In un angolo di Campo Santa Maria Formosa, al terzo piano della Fondazione Querini Stampalia, proprio al termine del percorso attraverso la casa-museo, si trova la Sala del Bella. Su una targa posta sopra la porta, caratteri gialli dipinti su sfondo verde recitano «Scene di vita pubblica veneziana» e avvicinandosi alle tele si ha la sensazione di affacciarsi a tante piccole finestre con vista sulla Venezia del Settecento.
I trentasei quadri che ricoprono le pareti, dal pavimento fino al soffitto, costituiscono una preziosa testimonianza di vita veneziana. Tra le celebrazioni e le feste pubbliche rappresentate compaiono anche scene carnevalesche: dalle calli e dai campi, la festa veneziana per eccellenza giunge fino alle tele degli artisti e la folla visibile nei quadri di Gabriel Bella è simile, perlomeno per quantità, a quella che ancora oggi nei giorni del Carnevale si raduna in piazza San Marco.
Dipinti come La festa del giovedì grasso in Piazzetta o Ultimo giorno del Carnevale in Piazza San Marco raffigurano un tempo eccezionale e, al contempo, un evento ciclico. Di anno in anno, un appuntamento con la quotidianità che si trasforma, con la sensazione liberatoria che una maschera indossata può dare, con la beffarda consapevolezza che almeno per qualche giorno nulla sia ciò che sembra.
Quei dipinti accostati, come le losanghe colorate del costume di Arlecchino, nel loro insieme danno vita a un fedele e variegato ritratto della vita veneziana. Nella loro varietà, rivelano l’inclinazione della città stessa a mascherarsi, ad assumere di volta in volta un aspetto diverso, a vestirsi a festa, non solo in occasione del Carnevale, ma nel corso di tutto l’anno.
Vivace e scintillante durante la Notte del Redentore, pia e raccolta nel pellegrinaggio verso la Chiesa della Salute, rumorosa e frettolosa intorno a Rialto, riservata e schiva nelle corti interne, festaiola e contemporanea nei Giardini della Biennale, popolare tra i condomini della Giudecca. Di sestiere in sestiere, di stagione in stagione, allo sguardo e nel ricordo, la città si mostra diversa. I tanti volti di Venezia, come le tante città descritte da Marco Polo nelle Città invisibili (I. Calvino), contengono ognuno un tratto essenziale per comporre un ritratto della città che permetta di conoscerla e riconoscerla nelle sue metamorfosi e nei suoi travestimenti.
di Viviana Corazza
Immagine di Benedetta Traverso
