Girovagando per il Giappone settentrionale, si può incappare in un posto piccolo quanto unico: Matsushima. Prendendo la linea JR dei treni, vi si arriva in una quarantina di minuti da Sendai, e il viaggio vale la pena anche solo per la vista dalla stazione di Mastushimakaigan, dalla quale si vede il mare e la moltitudine di isolette per cui questa baia è famosa. Rientra infatti nel trio delle Viste più spettacolari del Giappone insieme a Amanihashidate e Itsukushima (nel Sud del Giappone).
Il nome Matsushima significa “isole di pini”, infatti tutte queste 250 isole sono completamente ricoperte da questi alberi ad alto fusto e abitate da insetti e da gabbiani che cercano di rubare il cibo alle folle di turisti.
Con una breve crociera si possono vedere da vicino le isolette più piccole dalle forme più svariate, mentre a piedi se ne possono raggiungere almeno tre, tramite dei ponti molto caratteristici dipinti di rosso. Una volta attraversati quei ponti, il mondo resta indietro e sulle isolette si gode di un prezioso isolamento. Su due di esse, troviamo dei templi, dove i credenti portano omaggio ai loro déi con preghiere e offerte. Tante incisioni su pietra raccontano di un mondo passato, di quando questi templi furono costruiti.
Una passeggiata tra queste isole è qualcosa di magico e surreale, se non si fa caso alle tante imbarcazioni che girano per l’acqua circostante, o ai bambini che ridono per aver trovato un’isola inesplorata.
Sulla costa, se si prosegue verso l’interno, dopo tante bancarelle di pesce fresco e ostriche alla griglia, si può visitare il tempio Zen chiamato Zuigan-ji. Esso gode di notevole importanza dato che è uno dei quattro templi storici nella regione del Tohoku. Fondato nel 828 da Jikaku Daishi e ricostruito nel 1609 dal signore feudale Date Masamune, questo tempio è composto dal palazzo principale del tempio, la cucina del tempio, il museo e, eccezionalmente, per un periodo è stato anche possibile visitare il mausoleo della moglie ufficiale di Date Masamune, Megohime. Oltre alle silenziose e ben conservate sale interne, dove meditare di fronte a statue buddhiste, il giardino e il bosco circostanti sono uno spettacolo meraviglioso, soprattutto in questo periodo in cui i due alberi di ciliegio, uno bianco e uno rosa, che si dice che lo stesso Masamune abbia piantato, sono in fiore. Ogni ramo è sorretto da paletti e legato con fili, per preservare la lunghezza e la finezza dei suoi rami, questa bellezza effimera che finisce dopo ogni fioritura ma che ritorna con il passare delle stagioni da più di 400 anni.